Al termine di un’inchiesta sulla prostituzione e il sesso in Molise, il Giornale propone una mappa a luci rosse della regione. Forme, posti, tariffe, clienti, donne e nazioni: una geografia sommersa del piacere, nascosta, ignorata, tollerata e che rappresenta una delle principali “industrie” della regione.
Dentro, praticamente, ci sono tutti: politici, professionisti, calciatori, uomini delle istituzioni (di vario ordine e grado), insospettabili e irreprensibili cittadini disposti a spendere dai 20 ai 200 euro per una sosta alla premiata locanda del piacere. Sesso promosso e commercializzato in Molise, una regione microscopica ma quanto a luci rosse capace di sviluppare un mercato di primissimo piano. Un giro d’affari che coinvolge, oltre alla parcella per le ragazze, un robusto fatturato di affitti e locazioni contratti (a nero, nella quasi totalità dei casi) con altrettanti e insospettabili cittadini. Quella del sesso a pagamento è, senza alcuna ombra di dubbio, una delle principali industrie molisane. Un settore che non subisce né crisi né cali di fatturato. Un comparto, per usare una terminologia sindacale, che si sviluppa per l’intero territorio regionale: da Venafro a Isernia e Campobasso, da Campomarino a Termoli, con estensioni lungo la linea di confine con l’Abruzzo, da un lato, e con la Puglia dall’altro, zone battute dal cliente molisano. Si va dalla libera professionista dell’amore a pagamento sino alla vittima del racket.
AREA DI PROVENIENZA. Cominciamo proprio da questo, dalla provenienza delle persone interessate, e cominciamo col dire che la maggior parte delle ragazze dedite alla prostituzione in Molise sono donne, prevalentemente sudamericane, che arrivano attratte dalla poca “concorrenza” e dal contesto ambientale che garantisce loro una relativa tranquillità. In questo caso non si tratta di vittime della malavita (che invece troveremo altrove) ma semplicemente di professioniste del sesso che arrivano in Molise attraverso un passaparola internazionale. E’ grazie soprattutto al consiglio di amiche e colleghe che le hanno precedute che la stragrande maggioranza delle prostitute latino-americane arriva in Molise. Argentina, Brasile, Cuba, Paraguay, Venezuela, Colombia, Santo Domingo e Costa Rica: sono queste le principali nazioni di partenza di ragazze e donne che vanno dai 19 anni ai 50 e che hanno deciso liberamente di prostituirsi, attratte dal miraggio di un guadagno facile e lontano dalle terre d’origine. Nei paesi di provenienza, le famiglie sono quasi sempre all’oscuro della reale occupazione delle loro congiunte che, regolarmente, inviano denaro a casa per mantenere spesso più persone. Alcune, poi, svolgono una sorta di pendolarismo a luci rosse, risiedendo nella Capitale ed esercitando in Molise. Accanto alle sudamericane, un’altra categoria di libere professioniste estranee al racket dello sfruttamento, è quella delle ragazze provenienti da Spagna, Polonia e Ungheria. Stesse motivazioni (guadagno facile), stesse finalità (mantenere famiglie lontane). Diverso è invece il caso della ragazze provenienti da Nigeria, Slovacchia e Bulgaria. A differenza delle altre, dedite alla prostituzione in casa, queste ultime sono letteralmente sbattute sulla strada da sfruttatori di professione che ne controllano i movimenti e il fatturato.
LUOGHI. Interessante è anche capire la geografia della prostituzione molisana. Omogenea per quanto riguarda Campobasso e Isernia, diversa invece sulla costa da Termoli a Campomarino lido e le relative estensioni nella zona di San Salvo marina/Vasto marina e in quella che dal lido di Campomarino arriva al confine con la Puglia. Nel capoluogo e a Isernia la prostituzione avviene esclusivamente in casa, con appartamenti dislocati sia in centro che in prima periferia (es. zona San Francesco, Teatro Savoia, Cimitero a Campobasso – San Lazzaro, Magellano a Isernia), oppure nell’immediato hinterland (es. zona Matrice e Bojano/CB – Sant’Agapito/IS – da Venafro a San Pietro infine). In prevalenza, a Campobasso e Isernia la prostituzione è di provenienza sudamericana. Diverso il discorso sulla costa, dove il mercato del sesso si mescola sia per provenienza delle prostitute stesse sia per la presenza in questa zona del racket. A Termoli città e lungo la fascia che attraversa San Salvo marina e Vasto marina, il tipo di prostituzione è prevalentemente di marca latino-americana con presenza tuttavia di ragazze provenienti dall’Europa dell’est e, raramente, africane. A Termoli va segnalata anche una “comunità” cinese. In questa area è sempre la prostituzione in appartamento a coprire l’intero mercato. Ugualmente a Campomarino lido: prostituzione in casa con ragazze provenienti dal Sudamerica e dall’est Europa (Polonia, Ungheria e Slovacchia). Il discorso cambia invece radicalmente quando si lascia il lido di Campomarino e si prosegue sulla statale 16 in direzione di Lesina. E’ qui che il mercato del piacere si trasforma in Inferno, con vere e proprie schiave del sesso buttate per strada alla mercé di chiunque, aguzzini e clienti compresi. Furti e percosse sono, purtroppo, un fatto frequente. Nigeriane – prevalentemente – ragazze della Sierra Leone e altri paesi dell’Africa, bulgare e slovacche, sono presenti nelle piazzole di sosta, negli svincoli o negli anfratti che si aprono a ridosso della statale 16 o della ferrovia Milano – Lecce. Donne, in questo caso, gestite dal racket della prostituzione con radici nella vicina Puglia e in Sicilia.
PROMOZIONE. Sono prevalentemente due forme utilizzate dal marketing del piacere: la stampa quotidiana e il web. Sono anni che in Molise la stampa quotidiana pubblica annunci di donne e ragazze che si offrono con tanto di descrizione, più o meno esplicita, delle prestazioni in vendita, misure e parti anatomiche: “Bellissima bambola, 5^ misura naturale, fisico statuario, fondoschiena da urlo, labbra carnose, vestiti sexy e tacchi a spillo. Ambiente tranquillo, senza fretta, preliminari al naturale sino alla fine”. Questo il tipo di annuncio medio. Quanto al web, si va da Facebook con profili, pagine e gruppi dedicati agli incontri, sino ai siti specializzati come campobassotrasgressiva.it o iserniatrasgressiva.it . Sulla stampa e sul web corre la prostituzione al chiuso, quella in casa e in appartamento. Differente la condizione, già descritta, nell’Inferno bassomolisano con ragazze “in vetrina” sotto il sole a picco e sotto la pioggia battente.
TARIFFE. Anche in quello della prostituzione il mercato, come tutti i mercati, è regolato da una vera e propria legge della domanda e dell’offerta. Diciamo subito che una prestazione base (sesso orale compreso) costa di media 50 euro, con oscillazioni che vanno sino ai 70. C’è poi l’offerta accessoria, come la cosiddetta prestazione “al naturale”, ovvero senza alcuna protezione che fa salire le tariffe sino a 80/100 euro. Stessa cosa per quello che viene venduto come “rapporto completo” (che include anche il sesso anale), che si aggira attorno ai 100 euro. Si aggira, perché spesso tra cliente e prostituta viene intavolata una vera e propria trattativa. “Io parto da 50 euro, se poi vuoi qualcosa di particolare vieni qui e ne parliamo”, è spesso questa la risposta alla domanda sul prezzo della prestazione. Singolare è il caso cinese nella zona di Termoli. Fedeli allo logica dell’emporio a basso prezzo, anche per il sesso al mercato orientale si possono spuntare prezzi concorrenziali. In questo caso a tariffa: 50 euro per un’ora di piacere, 30 per mezza. Il prezzo, invece, cala vertiginosamente quando si passa alla prostituzione di strada. Costrette dal racket a maturare un incasso base giornaliero, le ragazze costrette a prostituirsi in strada (da Campomarino al confine con la Puglia) chiedono 20 euro per un rapporto base e, aggiungendo il sovrapprezzo di 10 euro, è possibile ottenere anche le prestazioni accessorie (rapporto non protetto e/o sesso anale). Accanto a questo quadro generale, vi sono poi apparizioni casuali che non fanno media ma che fano testo e vanno segnalate: quelle di Escort e Trans in arrivo prevalentemente dalla Capitale e dalla zona di Napoli. Nel primo caso occorrono 200 euro di base per una sera di compagnia sino a 350/500 per un intero giorno. Nel secondo dai 50 ai 70 euro, con prestazioni che, in questo caso, vengono offerte come “attive e passive”.
FATTURATO E CLIENTI. Come già detto in apertura del pezzo, la domanda di prostituzione genera un fatturato di alcune centinaia di migliaia di euro all’anno, comprendendo anche un fiorente mercato delle locazioni. Ovviamente tutto denaro sommerso e nascosto messo in circolazione da una clientela che abbraccia ogni grado e livello della popolazione. Si va dal politico di primo e secondo piano sino al mondo delle professioni (ad esempio medici, avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti) a figure attive in enti e istituzioni di livello regionale e periferico, al mondo dello sport sino a cittadini comuni in cerca di un’evasione dalla vita matrimoniale o di un antidoto alla solitudine. Persone – ed è questo un elemento ulteriore di riflessione – che in alcuni casi trasformano il letto d’amore nel lettino dello psicanalista. Il desiderio di un colloquio, oltre al piacere fine a se stesso, sembra essere una delle tante ragioni che spingono verso il mercato della prostituzione.
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In conclusione, se una conclusione può esserci, il fenomeno del sesso a pagamento ci consegna l’immagine di un Molise sommerso, la fotografia di un mondo che senza esprimere alcun tipo di giudizio, specialmente di ordine morale, esiste e che andava raccontato. E’ questa la conclusione, la pura e semplice narrazione di un’inchiesta lunga e complicata, a tratti pericolosa, durata mesi.