Rossano Turzo, il tardo giovane del tardo Novecento, concepito dalla penna di Giovanni Petta, mai avrebbe immaginato di subire la censura come i tempi del fascismo. Emigrò in Argentina proprio per poter esprimere liberamente le sue opinioni. Tornando in Molise ha scoperto che le cose non sono cambiate più di tanto. A Termoli, durante la Festa del Libro, ancora una volta è stato messo a tacere. Giovanni Petta, insieme all’editore Antonio Ruggieri, al docente universitario Gianni Spallone e all’attore-regista Giampaolo D’Uva, stava presentando il volume «Turzo ten». Ma quando ha cominciato a leggere un inedito – la seconda lettera di Turzo ai termolesi – è accaduto qualcosa di incredibile: «Un episodio patetico, avvilente e inaudito nello stesso tempo – si legge in una nota congiunta di Giovanni Petta, Antonio Ruggieri e Gianni Spallone – . Si trattava della presentazione del volume “Turzo ten” edito da Il Bene Comune Edizioni, programmata in accordo con Valentina Fauzia, addetta dall’Amministrazione comunale all’organizzazione dell’evento. All’iniziativa erano stati accordati trentacinque minuti di tempo, durante i quali agli interventi di Antonio Ruggieri e di Gianni Spallone, si sarebbero intercalate letture da “Turzo ten” a cura di Giampaolo D’Uva. In conclusione l’autore, Giovanni Petta, avrebbe letto un’ironica “Seconda lettera ai termolesi” affidatagli da Rossano Turzo. Inopinatamente, quando ancora i trentacinque minuti a disposizione della presentazione non erano trascorsi, prima è stato chiesto di “stringere i tempi” durante il breve intervento del professor Spallone e poi, addirittura, veniva fatto abbassare l’audio a Giovanni Petta, che non poteva così terminare la sua lettura, peraltro particolarmente apprezzata dal pubblico presente. La situazione che si è verificata, la quale non trova alcun riscontro in circostanze similari, ci avvilisce per la sua grettezza sorda, generata da mancanza di professionalità e di garbo, nonché da comportamenti e sentimenti che desertificano la cultura, come purtroppo accade da tempo fra il Trigno e il Fortore». Non tutto è perduto, però. Chi volesse conoscere i contenuti del testo può farlo tranquillamente sul web, consultando la pagina www.giovannipetta.eu