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lunedì, Novembre 25, 2024

La CNN scopre il Molise. Se n’è accorto anche Ioffredi … delegato alla cultura

AperturaLa CNN scopre il Molise. Se n'è accorto anche Ioffredi ... delegato alla cultura

ioffryDa qualche decennio, assessori e delegati che passano da quell’ufficio la chiamano “promozione del territorio”.

A giudicare dai risultati, se fossimo davanti a una commissione d’esame, la promozione sarebbe un miraggio e la bocciatura arriverebbe solenne. Se non per tutti, per la quasi totalità di quelli che vengono chiamati, e pagati lautamente, a ricoprire quegli incarichi.

Da tempo sentiamo ripetere le tiritere del Molise da “scoprire”, da “tutelare”, da “esportare”. Una gamma di verbi all’infinito, tra i quali immancabile primeggia “valorizzare”. Fanno il paio con quelli declinati al futuro dal politico di turno che, assicura, “farà”, “sosterrà”, “programmerà”. Solo che una volta entrati in quegli uffici, dalla scrivania larga e con la poltrona comoda, assessori o delegati di turno, dopo aver snocciolato i proclami, sgranano gli occhi e mostrano tutte le lacune di cui sono portatori, perdendosi nei meandri della promozione turistica (ma cosa sarà mai?) e delle “valorizzazioni enogastronomiche e culturali”.

Due esempi ultimi (perché ce ne sarebbero a iosa), lampanti e illuminanti su come si può pubblicizzare una regione da scoprire senza ricorrere a inglesismi all’amatriciana.

Il primo è la trasmissione Unti e bisunti, andata in onda su Dmax, il cui titolo è già un proclama: non è detto che cultura e turismo siano una materia esclusiva per pseudo intellettuali di ritorno. Non è sufficiente scimmiottare Philipe Daverio per diventarlo: l’imitazione spesso finisce in macchietta. A volte, meglio sporcarsi le mani nella sugna, come ha fatto in Molise lo chef Rubio, che avere al collo la sciarpetta “a regista” o il papillon del critico d’arte.

Il secondo esempio è la pagina on line della Cnn, che non ha certo bisogno di spiegazioni (almeno si spera), che ha dedicato un lungo e dettagliato articolo al Molise, con tanto di foto e titolone su una regione “piccola, dimenticata, ma nella quale si trova di tutto. Dai siti archeologici di un popolo che ha conteso la supremazia a Roma, ai paesaggi incontaminati dei piccoli borghi, al caciocavallo, al brodetto”.

“Come and see”, vieni e guarda, ha risposto trionfante da Facebook il delegato alla cultura del Molise.

Ma non sempre tutti sono baciati dalla fortuna o dalla parentela. Dunque, olio di gomito per fare bene il proprio lavoro e meno commenti ai successi ottenuti per meriti che non sono propri. Il Molise, per ora, si scopre solo e ancora per caso. Le camminatrici piemontesi in vacanza a piedi quest’estate sul tratturo insegnano. Anche dai social.

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