di ANNA MARIA DI MATTEO Le inadempienze della Regione si ripecuotono, come sempre sui cittadini. E’ il caso della vertenza che l’Atm, l’azienda di trasporto, ha aperto con il governo regionale. Una vertenza che, tradotto in soldoni, significa oltre 4 milioni di euro per mensilità arretrate, contratto di lavoro non pagato e chilometri aggiuntivi non saldati. Ebbene, il governo regionale continua a fare orecchie da mercante. Dinanzi alle minacce di sciopero e di blocco del servizio promette di onorare i debiti, ma poi non lo fa. Così, tutto questo ha come conseguenza diretta il mancato pagamento degli stipendi dei dipendenti perché non c’è liquidità nelle casse dell’azienda.
Una situazione gravissima, raccontata dalla moglie di uno degli autisti dell’Atm, che ha scritto alla nostra redazione una lettera disperata, di chi non sa come arrivare a fine mese. Di chi non sa cosa dare da mangiare ai propri figli. Eppure il lavoro c’è, ma gli stipendi tardano ad arrivare.
I vertici dell’Atm hanno subito chiarito che ogni responsabilità va addebitata solo ed esclusivamente al presidente della Regione Paolo Frattura e all’assessore Nagni.
«Ancora una volta non hanno mantenuto fede agli impegni assunti. L’ultimo lo hanno assunto pubblicamente meno di un mese fa – ha ricordato Giuseppe Larivera – Di fronte alla minaccia del fermo di tutti i mezzi, avevano promesso che avrebbero saldato la mensilità arretrata di settembre, il cui importo complessivo ammonta a 700 mila euro, oltre ai 350mila euro per una causa persa dalla Regione. Ebbene – ha concluso Larivera – ad oggi non abbiamo visto un centesimo delle somme promesse».
Uno stato di cose dunque grave, quello denunciato dai vertici dell’azienda di trasporto. Ma chi paga le conseguenze, come al solito, sono i dipendenti e le loro famiglie.