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sabato, Giugno 29, 2024

Violenza da “codice rosso”. Ancora un caso in un paese a pochi chilometri da Campobasso

AttualitàViolenza da "codice rosso". Ancora un caso in un paese a pochi chilometri da Campobasso

Ancora un caso di violenza, minacce e persecuzioni psicologiche che vede come vittima una donna e che richiama attenzione soprattutto sul fronte delle adeguate tutele da garantire ed applicare in applicazione della recente normativa per i reati da c.detto “codice rosso”.

I fatti sono, purtroppo, quelli analoghi che si registrano in situazioni di questo tipo.

Una vicenda, conseguente alla fine di un rapporto di coppia, conflittuale ma che – anziché essere gestita, da una delle persone coinvolte, con maturità, buon senso e civiltà – sfocia in comportamenti ed atteggiamenti violenti (fisici e morali) e addirittura persecutori.

Lo scenario è quello di un comune nelle immediate vicinanze di Campobasso. L’artefice, coadiuvato (e ciò rende gli accadimenti ancora più gravi) anche da altri componenti la famiglia, è un imprenditore che ha inteso gestire, chiudere, un rapporto di familiare (che coinvolge anche un minore) in modo “forte”; con atteggiamenti e comportamenti che, in almeno due casi, hanno comportato aggressioni fisiche, una delle quali da parte di un componente della famiglia di origine, addirittura con violazione di domicilio. A corollario è stato creato un “clima” di intimidazioni e minacce, di affermazione di forza, che hanno portato la “vittima” di questi episodi, una donna che lavora ed accudisce amorevolmente il figlio, a vivere in una costante situazione di apprensione, di timore, di mancanza di serenità di vita.

I fatti accaduti sono stati denunciati alle autorità competenti ma nessuna tutela (in applicazione della nuova recente normativa prevista per i reati da “codice rosso”) è stata attuata.

E da qui arriva l’appello, veicolato attraverso il nostro organo di stampa e rivolto agli organi di sicurezza e alla Magistratura: quello di adottare misure di prevenzione e repressive tali da scongiurare qualsiasi rischio per la donna, una mamma, che ha il desiderio, legittimo, di voler condurre una vita serena, accudendo amorevolmente il figlio, evitando di dover subire – oltre al pesante fardello della fine di un rapporto di coppia – violenze fisiche e morali e di poter vivere il proprio “ambiente degli affetti” in maniera serena, al riparo da atteggiamenti e comportamenti prevaricatori.

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