La sentenza, prevista per domani, potrebbe slittare di qualche giorno. I giudici devono valutare 44 ricorsi e quello del Molise è trentesimo.
Il nome della sede del Consiglio di Stato a Roma è evocativo: “Palazzo Spada”, come quella di Damocle che in questi mesi è rimasta sospesa sulla testa di Michele Iorio, dopo che il Tar ha deciso di annullare le elezioni. Come la spada che i nemici politici del governatore vorrebbero usare per tagliare i fili che lo legano da 15 anni alle sorti della Regione. Come la spada che, al contrario, i fedelissimi di Iorio sono stati sempre pronti a sguainare per difendere le scelte del presidente della giunta.
E’ conto alla rovescia per il verdetto che potrebbe riaprire le porte a una nuova campagna elettorale oppure lasciare Michele Iorio alla guida della Regione per altri quattro anni. La decisione del Consiglio di Stato, prevista per domani, potrebbe slittare di quache giorno. I ricorsi che dovranno essere discussi, infatti, sono 44 e quello del Molise è trentesimo. Ieri, intanto, la trasmissione Report ha dedicato ampio spazio all’attività politica di Michele Iorio e del governo regionale attaccando duramente le scelte operate in questi anni. “Una trasmissione organizzata a tavolino e trasmessa a poche ore dalla sentenza del Consiglio di Stato”, hanno commentato i fedelissimi del governatore e lo stesso Iorio, che continua a dirsi fiducioso sul ribaltamento della sentenza del Tar da parte dei giudici del Consiglio di Stato.
Nel frattempo, il consigliere regionale di Costruire democrazia, Massimo Romano, ha chiesto di voltare pagina. “Inutile commentare quanto già è a conoscenza di tutti – ha detto oggi durante una conferenza stampa a Campobasso – ora è il momento di intervenire là dove è ancora possibile”. Romano ha presentato una mozione in Consiglio per recuperare quelle risorse, che secondo il consigliere di Costruire democrazia, la Regione ha concesso impropriamente a tre aziende del settore tessile: la Gtr, la Hdm e la Ifim. Circa due milione e seicento mila euro. La mozione sarà discussa nella prossima riunione dell’Assemblea di Palazzo Moffa.