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sabato, Settembre 21, 2024

Povertà. In Italia un terzo dei cittadini vive sotto la soglia di povertà

QDPovertà. In Italia un terzo dei cittadini vive sotto la soglia di povertà

I dati emergono in maniera chiara, dal rapporto della Caritas Italiana, intitolato quest’anno “I Ripartenti”. Sempre più spesso ormai la Chiesa si sostituisce allo Stato nell’assistenza e nell’accompagnamento di interi nuclei familiari fuori dalla crisi, a soffrire di più pensionati, casalinghe e bambini, questi ultimi, spesso nutriti in maniera poco adeguata e curati a risparmio.

Proprio ieri Mario Monti, Presidente del Consiglio e massacratore dei ceti sociali più deboli ha dichiarato che “le misure adottate sono state massacranti, ma si doveva fare per evitare il fallimento”. Intanto però a fallire sono gli altri,  nell’ultimo anno i poveri italiani sono arrivati al 33% del totale, e non sono solo i “vecchi poveri” quelli che sono stati abbandonati anche dagli altri governi prima di questo, ma una buona percentuale sono i nuovi poveri. Cassintegrati, pensionati, lavoratori interinali e casalinghe, queste le categorie più colpite dalla crisi in atto, una crisi che come ricorda Paolo Ferrero, non è di carestia ma di abbondanza, ovvero, si sono prodotte più derrate alimentari di quelle che effettivamente servono, e però i poveri aumentano, perché non ci sono i soldi per poter comprare i prodotti. Di questo 30% di nuovi poveri il 70% sono stranieri, e ben il 50% si trovano al Sud, nonostante sia la zona del paese dove non sono mancati sia i fondi per fronteggiare la povertà che quelli per ripartire. A farne le spese come accade in Grecia, sono i bimbi, che molto spesso non vengono alimentati adeguatamente e non vengono curati come si deve, e questo perché se da una parte è vero che il ticket ospedaliero è gratis fino a una certa età, le medicine sempre più spesso si pagano, e famiglie monoreddito, e magari in cassa integrazione o in disoccupazione non posso acquistarli. Ed è qui che entra in gioco la Chiesa che con le sedi italiane della Caritas garantisce due pasti al giorno e le cure necessarie, ma non sempre i cittadini in difficoltà si rivolgono a strutture assistenzialiste per chiedere aiuto. Ma la cosa positiva, in questo massacro è che i “nuovi poveri”, non chiedono solo aiuto e assistenza, ma chiedono di poter ripartire, di avere una possibilità per continuare magari gli studi, oppure di poter frequentare corsi di formazione gratuiti in maniera da potersi ri-qualificare, insomma se per un periodo una persona può scivolare, non per colpa sua, nella povertà, non è detto che voglia o debba rimanerci. Solo che da questo orecchio i Governi sono sordi, infatti in Italia, che inventò il famoso stato sociale, parola poi mutuata in Welfare, fa più anglosassone cosi, oggi ci ritroviamo con un welfare marginale, senza programmazione per il futuro e soprattutto con un taglio di fondi che nel 2013 porterà le casse delle politiche sociali quasi a zero, contro i quasi 800 milioni di euro stanziati dalla Germania e i 700 e rotti della Francia. Intanto Mario Monti dice che i sacrifici sono necessari, si per la Banche.

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