Le affermazioni del ministro dell’Interno Cancellieri sulle possibili elezioni anticipate in Molise potrebbero avere una spiegazione. Sono ben quattro le figure che, a vario titolo, hanno a che fare sia con il Governo Monti sia con il Consiglio di Stato. Tra essi il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, e il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, entrambi presidenti fuori ruolo di sezione del Consiglio di Stato. Con loro, nell’organico dell’Esecutivo, anche Claudio Zucchelli, presidente di Sezione a Palazzo Spada e attualmente anche Capo dipartimento degli affari giuridici e amministrativi della Presidenza del Consiglio, e Sergio De Felice, Consigliere e presidente facente funzione di Sezione al Consiglio di Stato. Contiguità, quelle tra Governo e Consiglio di Stato, che potrebbero stare dietro alle parole del minstro Cancellieri.
Il Molise è in fibrillazione e tutti gli attori politici, di maggioranza e di opposizione, si chiedono: come poteva sapere il ministro? Il riferimento è ad Anna Maria Cancellieri, ministro dell’Interno, che a Urbino, nel corso di un incontro all’università, così si è espressa: “E non dimentichiamoci che fra un po’ c’è anche il Molise”. Il riferimento fatto da Cancellieri è al turno di elezioni regionali anticipate verso il quale vanno il Lazio (con certezza) e la Lombardia (perché tali sono le volontà politiche dichiarate) e a cui il ministro ha aggiunto anche il Molise. Perché lo ha fatto e come poteva sapere? Perché lo abbia fatto appare evidente: e stata una gaffe imperdonabile, la classica buccia di banana sulla quale Cancellieri è scivolata e nulla più. Quindi nessuna deliberata volontà di rivelare all’esterno notizie delle quali probabilmente il ministro dispone. Probabilità altissima.
Per capirlo è necessario rispondere alla seconda domanda che ci siamo posti: come poteva sapere? La spiegazione è tutta interna al governo Monti e al suo altissimo tasso di contiguità col Consiglio di Stato. Una vera e propria osmosi a dispetto di quello che dovrebbe essere un principio cardine degli stati moderni, quello della separazione dei poteri. I punti di contatto tra potere esecutivo e potere giudiziario in questo caso sono almeno quattro e ad altissimo livello. Siedono nel governo Monti, e quindi colleghi di Anna Maria Cancellieri, un ministro e un sottosegretario che sono ad oggi (e a pieno titolo) presidenti fuori ruolo di Sezione del Consiglio di Stato. Si tratta di Antonio Catricalà, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (in pratica il braccio destro di Monti) e Filippo Patroni Griffi, ministro della Pubblica amministrazione. Un gradino più sotto, ma sempre organici all’esecutivo Monti, stanno Claudio Zucchelli, presidente di Sezione a Palazzo Spada e attualmente anche Capo dipartimento degli affari giuridici e amministrativi della Presidenza del Consiglio, e Sergio De Felice, Consigliere e presidente facente funzione di Sezione al Consiglio di Stato. Quest’ultimo, in particolare, lo scorso 9 ottobre (quindi soltanto sei giorni prima dell’udienza dedicata al Molise), era a palazzo Spada nella vesta di Consigliere della IV sezione del Consiglio di Stato (sentenza n. 00300/2006 depositata il 24.10.2012).
Qual è la conclusione, se una conclusione ci può essere? Intanto una prima considerazione: un governo che mescola potere esecutivo e potere giudiziario è un governo che rende un pessimo servizio al proprio Paese. Se lo hanno fatto, si obietterà, è perché si poteva fare ma questo, senza esitazione, è un ragionamento che va respinto subito al mittente. A ben vedere è lo stesso ragionamento che fanno alla Regione Lazio per giustificare le spese e i contributi folli ai Gruppi regionali. Il fatto che si possa fare non vuol dire che sia opportuno farlo. La seconda considerazione, invece, è di ordine deduttivo. Agata Christie fa dire spesso a Poirot che : “una coincidenza è una coincidenza; due coincidenze sono un indizio; tre coincidenze rassomigliano ad una prova”. Qui le coincidenze sono quattro, Catricalà, Patroni Griffi, Zucchelli e De Felice e forse, più che ad assomigliare a una prova, una prova in sé lo sono già. Quella delle connessioni tra il Governo della Repubblica e il Consiglio di Stato. Il resto lo lasciamo alla interpretazione dei lettori e alle parole del divo Giulio (Andreotti): “A pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”.