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domenica, Dicembre 22, 2024

Di Giacomo fredda Iorio: “E’ uno dei candidati ma non è l’unico. Decide il partito e la coalizione”. Il governatore resta o lascia il Pdl?

AperturaDi Giacomo fredda Iorio: “E’ uno dei candidati ma non è l'unico. Decide il partito e la coalizione”. Il governatore resta o lascia il Pdl?

Durissima dichiarazione del coordinatore regionale del Pdl, Ulisse Di Giacomo, nei confronti del governatore Michele Iorio. Niente fughe in avanti e niente furbizie, Iorio è uno dei possibili candidati del Pdl ma non è il candidato unico del partito. Questo, in sintesi, il pensiero del senatore che mette i paletti anche rispetto alla dichiarazione di solidarietà espressa da Alfano nei confronti di Iorio. Alfano, precisa Di Giacomo, ha detto che Iorio ha il diritto di candidarsi, ma non ha detto nella maniera più assoluta che egli sia il candidato del Pdl.

Dopo quello di Romano su Frattura parte un altro missile terra-aria in quella che si annuncia dopo due giorni dalla sentenza del Consiglio di Stato la campagna elettorale più infuocata della storia del Molise. A spararlo, questa volta è Ulisse Di Giacomo che, dopo le dichiarazioni di solidarietà di Angelino Alfano a Iorio, interviene con una dichiarazione che, più che una nota, è una vera è propria dichiarazione di guerra. Guerra a chi non rispetta le regole del partito. Guerra alle fughe in avanti e guerra a chi intende scavalcare il ruolo degli organi dirigenti. La nota al plutonio di Ulisse Di Giacomo è contenuta in poche righe, dirette senza mezzi termini nei confronti di Michele Iorio: “Leggo dichiarazioni molto azzardate su una candidatura di Iorio avallata dal Segretario Nazionale del PdL Angelino Alfano. Ho letto anch’io l’ agenzia di rito con la quale si esprime solidarietà a Iorio per l’ annullamento delle elezioni in Molise. Nella stessa agenzia si dice anche che Iorio ha il diritto a riproporre la propria candidatura. Sono perfettamente d’ accordo. Iorio ha il diritto a riproporre la sua candidatura ed è un possibile candidato: ma non è ” il candidato “, che invece dovrà essere il risultato di una attenta riflessione, di una profonda discussione e soprattutto di un ampia condivisione, dovendo essere  per forza di cose un candidato di coalizione. Sono le famose fughe in avanti, o peggio furbizie, di cui parlavo ieri, e che Iorio farebbe bene a mettere da parte una volta per tutte”.

Difficile essere più chiari: Iorio stia al suo posto e non faccia fughe in avanti con autocandidature. La sua, se sarà, dovrà essere una nuova investitura che passa attraverso una riflessione da fare sia nel Pdl sia all’interno della coalizione. Che i rapporti tra il coordinatore regionale e senatore del Pdl fossero ai minimi storici è un fatto da tempo noto, sin da quando l’assenza di Ulisse Di Giacomo si fece notare e non poco in occasione della kermesse organizzata da Iorio questa estate alla Piana dei Mulini. In quella occasione fu proprio Iorio a strappare dicendo esplicitamente che bisognava andare oltre il recinto dei partiti. Una dichiarazione che lasciò e che, evidentemente, ha lasciato il segno. All’epoca, insieme a Di Giacomo, a dire “non ci sto” fu anche l’assessore regionale Gianfranco Vitagliano che, in effetti, non ci fu nemmeno lui alla Piana dei Mulini. Tuttavia quella di Vitagliano sembra una posizione oggi cambiata: dopo aver espresso delle critiche all’indirizzo del governatore, l’assessore negli ultimi tempi ha fatto dichiarazioni favorevoli a una ricandidatura di Michele Iorio. Dichiarazioni che hanno fatto storcere il naso a non pochi sia dentro sia fuori il Pdl, non è infatti ben comprensibile come si possa fare una “battaglia per cambiare da dentro” – come dice Vitagliano – senza cambiare chi da dentro e da fuori ha creato i fatti e le condizioni che andrebbero rimosse.

Ecco perché la dichiarazione di Ulisse Di Giacomo va letta nelle righe e tra le righe. “Niente furbizie”, dice, e il niente furbizie vale per tutti. In fondo Angelino Alfano non poteva fare altro che esprimere solidarietà a Iorio: cosa avrebbe dovuto fare, di grazia, festeggiare l’annullamento? Ma oltre la solidarietà e una generica affermazione di principio, quella di un “diritto” di Iorio a ricandidarsi, Alfano non va. Non dice, apertis verbis, che Iorio è il candidato del Pdl.

A due giorni quindi dall’avvio delle grandi manovre, la posizione di Iorio appare molto debole. Insieme a Di Giacomo ha parlato anche il presidente del Consiglio Regionale, Mario Pietracupa (Adc), che è persona accorta e avveduta, che non parla mai a vanvera e, soprattutto, non parla mai sulle cose di peso senza essersi confrontato con il potentissimo cognato, l’europarlamentare Aldo Patriciello, che di Iorio – diciamo le cose come stanno – non è mai stato un sostenitore convinto, essendo invece per lungo tempo un suo accanito oppositore. Anche Pietracupa, ed è facile immaginare anche Patriciello, non sposa de plano l’autocandidatura di Iorio per ragioni politiche e, soprattutto, perché lo stesso Pietracupa avrebbe oggi una buona occasione per correre di persona alla presidenza della Regione.

Infine l’Udc, che ha fatto sapere a chiare lettere di stare al “centro” (e dove dovrebbero stare i centristi?), dichiarazione che la dice lunga sulla fine di un percorso che potrebbe concludersi proprio con il divorzio da Iorio. Il governatore è in palese difficoltà e la sua fuga in avanti si sta rivelando una mossa sbagliata. Sarà difficile che dopo la dichiarazione di Ulisse Di Giacomo egli possa procedere per strappi. A meno che non lasci il Pdl, ma questo è un altro paio di maniche. Quando si sta in un partito se ne rispettano le regole e la prima tra queste è quella che le candidature le definiscono gli organi di partito e non gli interessati per conto proprio. Ma questo Iorio lo sa bene. Staremo a vedere, se Iorio andrà via dal Pdl, per fare di testa sua, o se resterà e dovrà fare i conti col proprio partito.

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