È fissata per il prossimo 5 dicembre davanti al giudice Elena Quaranta l’udienza preliminare per l’affare Termoli Jet, una vicenda costata alle tasche dei contribuenti circa otto milioni di euro. Un fiume di denaro finito letteralmente “a mare”. Il Pubblico ministero Fabio Papa ha chiesto il rinvio a giudizio per dieci persone, ipotizzando reati che vanno dall’abuso d’ufficio al falso ideologico alla truffa aggravata. Coinvolti numerosi politici, tra cui il presidente Iorio e molti assessori. La posizione più pesante sembra essere quella di Antonio Chieffo, all’epoca dei fatti assessore ai Traporti, che avrebbe favorito l’imprenditore Giuseppe Larivera.
PREMESSA
Vi è una vicenda, una sola, sfuggita all’archiviazione chiesta e ottenuta a Campobasso dal sostituto procuratore della Repubblica Fabio Papa in relazione alla gestione dei fondi ex art. 15, quelli destinati alla ripresa produttiva del Molise dopo gli eventi calamitosi (terremoto e alluvione) dell’autunno inverno 2002 – 2003. La vicenda è quella del Termoli Jet, un catamarano destinato a trasportare persone, merci e autocarri dalla costa molisana a quella croata, in particolare da Termoli ai porti di Spalato, Ploce e Dubrovnik. Più che persone, autocarri e merci, il catamarano ha trasportato una cosa in particolare: quattrini. Soldi che hanno spinto il Termoli Jet più che su un mare d’acqua, su un mare di denaro pubblico. Esattamente 7 milioni e 791mila euro, una somma vertiginosa letteralmente buttata “a mare”, il frutto di una serie di reati che vanno dal falso ideologico all’abuso d’ufficio sino alla truffa aggravata. Autori principali del disegno criminoso, secondo la Procura della Repubblica di Campobasso, sono l’ex assessore regionale ai trasporti (e oggi assessore ai Lavori pubblici), Antonio Chieffo, e Giuseppe Larivera, imprenditore da anni attivo nel settore del trasporto su gomma. I due, amici d’infanzia, avrebbero congegnato l’intricato meccanismo che in questi giorni giungerà al vaglio della Magistratura. È prevista infatti per il prossimo 5 dicembre davanti al giudice Elena Quaranta l’udienza preliminare nel corso della quale verrà deciso se Chieffo e Larivera dovranno essere rinviati o meno a giudizio. Insieme a loro una compagnia di tutto rilievo, in pratica mezzo gotha della politica molisana, a partire dal presidente della Regione Iorio, accusato di falso ideologico, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e abuso d’ufficio. Di falso ideologico, in concorso tra loro, di abuso d’ufficio e truffa aggravata sono accusati anche Rosario De Matteis (ex assessore regionale e presidente della Provincia di Campobasso), Filoteo Di Sandro (assessore regionale alla Sanità), Michele Picciano (ex assessore regionale, ex presidente del Consiglio regionale e oggi commissario al vertice di Molise Acque), Gianfranco Vitagliano (assessore regionale alla Programmazione e Bilancio) e Domenico Pollice (dirigente regionale). Di truffa aggravata sono accusati anche Paolo Larivera (amministratore unico della Larivera spa, subentrato a Giuseppe Larivera a sua volta divenuto amministratore della L.T.M. spa) e il commercialista Sergio Rago (nella sua veste di CTU nominato dal Tribunale per la stima del ramo d’azienda della Larivera). Infine, Giuseppe Larivera e Paolo Larivera sono accusati anche per il reato di formazione fittizia di capitale.
LA REGIONE ALLA RICERCA DEL SOCIO PRIVATO: DALLA GARA PUBBLICA ALLA SCELTA DISCREZIONALE
Quella del Termoli Jet è una storia di ordinaria disinvoltura, quella tipica di chi è abituato a maneggiare denaro pubblico in maniera spregiudicata e nella convinzione di farla sempre franca. I fatti cominciano nel giugno del 2004 quando la Giunta regionale delibera il ricorso alla procedura di evidenza pubblica per la selezione di un partner necessario alla costituzione di una società mista pubblico – privato finalizzata a garantire i collegamenti e il trasporto di merci, persone e autocarri dalla costa molisana a quella croata. Questo il primo passo, poi la procedura stranamente viene ibernata per essere scongelata esattamente un anno dopo, a luglio del 2005, quando il collegamento con la Croazia viene dichiarato improvvisamente urgente (perché allora si è aspettato tanto?) tanto da far ritenere superata l’ipotesi di procedere ad una gara pubblica per l’individuazione del partner e orientarsi verso la scelta discrezionale del socio privato. La Regione Molise, per ragioni che l’eventuale processo chiarirà, si orienta sulla società Larivera spa, universalmente nota per essere specializzata nel trasporto su gomma e non per mare. La scelta, per la cronaca, è stata dichiarata illegittima su ricorso della società di navigazione SNAV tanto dal Tar quanto dal Consiglio di Stato.
LA DELIBERA DI GIUNTA N. 927 DEL 4 LUGLIO 2005
Per arrivare a cambiare strada, tuttavia, è necessario cambiare delibera, così la decisione del 2004 viene trasformata con la delibera di Giunta 927 del 4 luglio 2005. Qui si afferma, “contrariamente al vero” (come dice elegantemente il Pm Papa per non dire che si dice il falso) che esigenze non meglio comprensibili imponevano di realizzare il collegamento “in tempi rapidi e tali da consentire la immediatezza della finalità del servizio”. Falso, visto che dalla prima delibera è passato già un anno, come falsa è l’affermazione che “il potenziamento delle necessarie infrastrutture richiederebbe inevitabilmente tempi assai lunghi che metterebbero a rischio lo stesso finanziamento concesso dal programma straordinario”. Falso perché i fondi stanziati non erano soggetti a nessun vincolo temporale. Sta di fatto che il socio privato, saltata l’evidenza pubblica, viene individuato nella Larivera spa. Regione Molise e Larivera spa diventano soci nella nuova compagnia denominata L.T.M. spa il 21 dicembre 2005. In realtà la L.T.M. è già nata da qualche giorno, esattamente il 13 dicembre 2005, e nel capitale sociale di quest’ultima vi è, come conferimento, un contratto di locazione finanziaria che secondo la Procura è “addomesticato”, cioè sopravvalutato dal commercialista Rago che attraverso una perizia giurata stima in 1milione e 654mila euro il valore del ramo d’azienda conferito dalla Larivera spa nella nuova società. Dopo solo otto giorni dalla sua costituzione, nella L.T.M. subentra la Regione Molise con un apporto di 6milioni e 800mila euro, di cui 1milione e 633mila euro a titolo di aumento di capitale (acquisendo così il 49% delle quote) e 5milioni e 167mla euro quale SOVRAPPREZZO AZIONI. Un sovrapprezzo che è una vera e propria follia, visto che la società avendo solo una settimana di vita non poteva presentare alcun vantaggio per il nuovo socio derivante da un solido avviamento. Il sovrapprezzo, va precisato, ha una funzione di conguaglio tra vecchi soci (che hanno avviato e fatto crescere l’impresa) e nuovi soci (che raccolgono i frutti del lavoro altrui). Anche questa storia, quindi, è una patacca con la quale la Regione Molise ha buttato “a mare” un fiume di denaro pubblico. Sta di fatto che con tutti quei soldi piovuti dal cielo, Larivera si ritrova socio di maggioranza di una società dove ha messo ben poco e dove col tanto arrivato dalla Regione si ritrova proprietario della nave Termoli Jet.
IL RUOLO DI CHIEFFO
Come abbiamo visto, l’intera vicenda ruota attorno alla delibera di Giunta 927 del luglio 2005 che, secondo l’ipotesi avanzata dalla Procura, sarebbe il frutto di una vera e propria macchinazione messa in piedi dall’assessore Chieffo, “ispiratore, promotore e organizzatore di tutte le complessive condotte” criminose, scrive il Pm Papa. A testimonianza della ricostruzione fatta dalla Procura, starebbero numerose conferme acquisite in corso d’indagine. Chieffo, ad esempio, avrebbe cercato a lungo e senza riscontro un dirigente regionale disposto a firmare la proposta di delibera al fine di conferirle il previsto parere di legittimità, sino a quando entra in scena l’architetto Domenico Pollice che la sottoscrive ma solo in virtù di una vecchia amicizia che lo lega a Chieffo. Una vecchia amicizia, come quella che lega Chieffo, per sua stessa ammissione a Giuseppe Larivera. Sono loro i principali indiziati dalla Procura che attende di fare piena luce sulla vicenda. Perché la Regione fa passare un anno e poi dichiara l’urgenza della misura? Perché viene trasformata da pubblica a discrezionale la scelta del socio privato? Perché la Regione paga un sovrapprezzo non dovuto di oltre 5milioni di euro sulle azioni? E, soprattutto, perché Chieffo fa da padre e da padrino d’acciaio alla delibera? E’ forse lui il papà della nave?