La parola d’ordine è resistere. Per dare un esempio a tutti, cittadini e amministratori, di cosa voglia dire lottare per non vedersi drasticamente ridimensionato il servizio sanità che con i tagli imposti dal commissario Basso rischia di non riuscire più a coprire il territorio. Ne sa qualcosa chi soffre di cuore e che in passato è stato salvato grazie all’unità di emodinamica che al San Timoteo funziona 24 ore su 24. Quella stessa unità che con il nuovo piano sarà aperta solo dalle 8 alle 14. Poi per un infarto si dovrà correre a Campobasso. Per evitare tutto questo tre componenti dell’associazione ‘Cuore Molisano’ Liberato Di Felice, Mario Ferrazzano e Giovanni D’Anello da cinque giorni sono in sciopero della fame. Nonostante il parere contrario dei medici non toccano cibo da sabato scorso, quando contemporaneamente è partita una raccolta firme.
Finora sono state raccolte oltre due mila firme. Ma si conta di arrivare almeno cinque mila. I banchetti sono stati sistemati in luoghi molto frequentati come l’ospedale e l’ufficio di collocamento a Termoli, ancora l’ospedale a Larino e poi ci sono volontari che girano nei paesi. Anche a Campobasso è stata organizzata una raccolta. Venerdì sera terminerà lo sciopero e domenica 23 dicembre la petizione verrà portata al Quirinale per essere consegnata al presidente della Repubblica, o comunque a un suo rappresentante che gliele farà avere.
