Le forze di centro, Udc, Adc e Udeur, pronte a raccogliere la sfida lanciata da Iorio, quella a fare un passo indietro qualora fosse la sua persona a minacciare l’unità della coalizione. I tre segretari, Di Pietro, Pietracupa e Niro, stanno lavorando a un documento col quale si dichiarano disponibili a rientrare nella coalizione a condizione che il governatore si faccia da parte.
Niro, Pietracupa e Di Pietro, i Bee Gees del Consiglio regionale, quelli che hanno fatto idealmente salire la febbre del sabato sera politico, hanno deciso di raccogliere il guanto di sfida lanciato da Michele Iorio. Il governatore, durante la conferenza stampa di fine anno, ha detto apertamente: “Se il problema della coalizione è la mia persona, sono pronto a fare un passo indietro pur di preservarne l’unità”. Detto, fatto! I fratelli Gibb dello scudocrociato non si sono fatti certo pregare e, messa da parte la candidatura di Gino Velardi avanzata da alcuni settori dell’Udc, più un pesce d’aprile anticipato che una ipotesi reale, hanno preso in parola Iorio e, più o meno direttamente, gli hanno fatto sapere che loro sarebbero disposti a tornare alla casa del padre se il padre-padrone del centrodestra cambiasse casa. A parte il bisticcio di case e casette, il Monopoli molisano comincia ad assumere una sua fisionomia.
I tre centristi, nei giorni scorsi, avevano diramato un loro documento col quale dichiaravano apertamente lo strappo da Iorio, invocando un segnale di discontinuità nella leadership secondo quelle che loro assumono essere sollecitazioni provenienti da più parti e settori della società civile, del mondo delle imprese e della comunità politica. Vincenzo Niro, intervistato dal collega Giovanni Minicozzi, ha rilasciato a Telemolise una dichiarazione al plutonio: “Iorio se ha governato per oltre dieci anni lo deve ai partiti della coalizione. Partiti che sono stati letteralmente ignorati in questa fase”. Appare quindi chiaro che, oltre alle sollecitazioni, vi sia tra i centrocampisti della politica un sordo risentimento che parte da lontano. Per Niro, in particolare, dalla mancata nomina assessorile all’indomani delle elezioni regionali sino alla kermesse di Piana dei Mulini, organizzata da Iorio non solo senza ma, principalmente, a dispetto dei partiti.
Tutti fattori, questi, che hanno il loro peso in questa fase cruciale che precede la definizione di alleanze e candidature. Vedremo allora cosa succederà ai primi di gennaio, alla ripresa dell’attività quando lo scontro si inasprirà ulteriormente e i conti, oltre che con i minuetti della politica, andranno fatti anche col tempo. Il 26 gennaio scadono i termini di presentazione sia dei candidati presidenti che delle liste, c’è quindi poco da almanaccare. I bene informati parlano di un documento in itinere col quale i tre segretari agli inizi del nuovo anno notificheranno a Iorio l’avviso di sfratto chiedendogli ufficialmente di mantenere l’impegno del passo indietro. Il bello, tuttavia, verrà dopo. Chi c’è dopo Iorio? Oggi è difficile dirlo e nessuno, tranne Iorio, lo sa, perché dopo di lui, probabilmente, per il centrodestra c’è solo una cosa: il diluvio.