Minuetti e tatticismi in casa Udc. Dal Parlamento alla Regione Molise, i centristi cercano la collocazione ideale, quella che consenta loro di lucrare il massimo risultato grazie al ruolo di ago della bilancia. La collocazione dei neodemocristiani sarà decisiva per l’elezione del prossimo presidente della Regione. Probabile l’accordo con la sinistra.
Quelle passate in questi giorni da Teresio Di Pietro, segretario regionale dell’Udc, devono essere notti simili a quella della conversione dell’Innominato di manzoniana memoria o, se preferite, a quella della shakespeariana Lady Macbeth. Notti insonni e bipolari, trascorse tra la brama di potere e l’alibi della conversione. “Per il momento – dice Di Pietro parlando delle elezioni regionali – il nostro candidato alla presidenza è Velardi, ma siamo ancora disponibili a trovare una sintesi con le forze che lo vorranno. Dialogo aperto sia con Romano che con Frattura”. Per le politiche, invece, il segretario regionale dell’Udc auspica per il Molise un’unica lista Monti insieme a Italia Futura, il movimento di Luca Cordero di Montezemolo. In tal senso, tiene a far sapere Di Pietro, “abbiamo incontrato Scasserra, coordinatore di Italia Futura per la Terza Repubblica e l’idea è quella di presentare in Molise un’unica lista elettorale, oltre che per il Senato come già avverrà a livello nazionale, anche alla Camera. Ovviamente in caso i vertici nazionali accettassero la nostra proposta, anche alle regionali ci sarà un unico simbolo”. Proseguendo, Teresio Di Pietro aggiunge: “Alleanza con il Pd o col Pdl? Dopo gli attacchi di Berlusconi al nostro leader Casini ormai sta diventando difficile dialogare col Pdl”.
Questo è parlar chiaro! L’Udc, più che l’unione di centro ci pare l’unione dei casini. In una sola affermazione Di Pietro è riuscito a dire tutto e il suo contrario. L’unica cosa certa è che non staranno col governatore uscente: “Iorio? Grande rispetto, ma un’era politica durata 12 anni è finita quando le liste hanno preso 19mila voti più di lui”.
Proviamo a riavvolgere il nastro. Di Pietro sta con Monti a Roma mentre a Roma Monti sta contro il Pd, però in Molise vuole dialogare, allo stesso tempo, con il Partito democratico e con Romano che sta contro Frattura e con Frattura che sta contro Romano. Poi, dopo aver dichiarato di voler dialogare con tutti, Di Pietro che fa? Candida al vertice della Regione l’assessore Luigi Velardi, un uomo dell’Udc, a dimostrazione che i democristiani se c’è una cosa nella quale eccellono è il dialogo, quello col proprio tornaconto.
A leggere questo minuetto di dichiarazioni che da trarre una sola conclusione: gli eredi dello scudocrociato vogliono stare con le mani libere (parliamo del Molise) sino all’ultimo minuto prima della presentazione di liste e candidati, questo per lucrare il massimo risultato, consapevoli di essere l’ago della bilancia. In un certo senso, i democristiani ci ricordano quello che facevano i socialisti al tempo di Craxi: comandare grazie a un pugno di voti. Il tempo tuttavia stringe e, finita questa che è l’ultima settimana di meline e tatticismi, dalla prossima gli eredi della balena bianca dovranno dire da che parte stanno realmente. A condizione che loro per primi lo capiscano.