Non è la prima volta che il procuratore capo di Isernia Paolo Albano e l’avvocato Marco Franco si ritrovano faccia a faccia davanti ai giudici del Riesame di Campobasso. Il precedente – il caso di Tonino Perna – gioca a favore del legale del foro di Roma, che proprio un anno fa ottenne la scarcerazione dell’ex patron della It Holding. Ma il caso del presunto giro di tangenti al Comune di Pizzone è tutta un’altra storia; per questo azzardare pronostici è un esercizio inutile, nonostante il Gip del tribunale di Isernia abbia già respinto la richiesta di custodia cautelare avanzata dalla Procura nei confronti dei due principali indagati: l’ex sindaco Michele Cozzone (difeso per l’appunto da Franco) e il titolare dell’impresa che avrebbe beneficiato degli appalti del Comune di Pizzone, Giovanni Farrocco, che a sua volta si è affidato agli avvocati Ennio Mazzocco (del foro di Isernia) e Giuseppe Stellato (Santa Maria Capua Vetere). Per il responso del tribunale della Libertà è ormai questione di ore. Il procuratore Albano si è detto fiducioso: a suo avviso la custodia in carcere o i domiciliari sono provvedimenti necessari, in quanto non è da escludersi l’inquinamento delle prove, ossia che i testi possano essere influenzati. Ma ottimisti lo sono anche gli avvocati della difesa. Partendo dal presupposto che a loro avviso non è stato commesso alcun reato – poiché la normativa dell’affidamento diretto dei lavori è stata rispettata – i legali respingono le tesi dell’accusa, parlando di richiesta giunta fuori tempo massimo. E per lo stesso motivo per loro non è possibile neanche la cosiddetta reiterazione del reato, visto che a Pizzone sono cambiati sia gli amministratori, sia i componenti dell’ufficio tecnico. L’ultima parola spetta tuttavia al collegio presieduto dal giudice Giampiero Scarlato.