Da anni l’architetto Franco Valente chiede chiarezza sulla lievitazione dei costi dell’auditorium di Isernia, passati dai 5 milioni di euro iniziali agli oltre 55 milioni spesi per completare il primo lotto. Ma la riposta attesa ancora non arriva. I tempi dell’iter giudiziario si stanno infatti allungando “nella totale indifferenza di tutti, con il rischio che si arrivi alla prescrizione”. Questo ha scritto, senza troppi giri di parole l’avvocato Mario Valente in una lettera indirizzata alla Procura generale di Campobasso, nella quale sollecita l’avocazione dell’inchiesta, ossia il passaggio del fascicolo dal palazzo di giustizia di Isernia a quello del capoluogo di regione. A spingere il legale venafrano a scrivere al procuratore generale, l’ennesimo rinvio dell’incidente probatorio: “Per la seconda volta – ha detto l’avvocato Valente – il consulente della procura non ha depositato la propria perizia sui costi dell’opera, chiedendo altro tempo. Ma di rinvio in rinvio si veleggia verso la prescrizione. Sono infatti passati anni – ha aggiunto – e ancora non viene neanche terminata la fase delle indagini preliminari. Un fatto assurdo – secondo il legale venafrano – visto che negli altri tribunali italiani, dove cioè è stata processata la “cricca”, ci sono state già delle condanne per gli appalti legati alle grandi opere realizzate per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia”. In attesa di eventuali decisioni da parte della Procura generale, il procedimento resta a Isernia. La prossima udienza dell’incidente probatorio è prevista a marzo.