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sabato, Dicembre 28, 2024

Goodnight Molise. In Regione va in onda la cerimonia degli addii: ecco tutti i nomi eccellenti che non ci saranno

AperturaGoodnight Molise. In Regione va in onda la cerimonia degli addii: ecco tutti i nomi eccellenti che non ci saranno

di PASQUALE DI BELLO

E’ un dato di fatto: molti tra i nomi eccellenti della politica molisana non faranno più parte del prossimo Consiglio regionale. Per tanti protagonisti di un tempo, volti noti di ogni schieramento e colore, cala il sipario e si intravede il viale del tramonto. Quelle del 24 e 25 febbraio prossimo sono elezioni regionali destinate a lasciare un segno nella storia politica del Molise. Comunque vadano.

Se fosse un film, un buon titolo potrebbe essere “Goodnight Molise”. Per molti, per tanti, queste elezioni regionali saranno infatti la notte dalla quale verranno inghiottiti, persi e svaniti come in una dissolvenza, in una sorta di cerimonia degli addii che meriterebbe la colonna sonora di un Ry Cooder, Mark KnopflerDaniel Lanois; insomma, qualcosa capace di trasmettere inquietudine a rilascio lento, stile “I guerrieri della palude silenziosa”, un contrappunto musicale fatto di chitarre slide e sonorità sospese e lontane, una musica rarefatta che non abbia la solennità di un requiem ma la sola suggestione di qualcosa che oggi c’è e che domani ci saluterà per sempre. Così, come qualcosa, anzi come qualcuno che è stato qui, da queste parti, e non lo sarà più. Qualcosa, anzi qualcuno che andrà via senza un saluto.

Ci capitò, anni fa alla periferia estrema di Londra, laddove la campagna si mescola alle case basse in mattoni bruni del sottoproletariato urbano, di scorgere un cimitero in puro stile anglo-celtico, con lapidi sbilenche incassate direttamente sul terreno, sopra un dosso, tra vialetti inframmezzati da pietre irregolari ed erba verdissima. Su una di queste steli funerarie c’era una scritta che pare oggi faccia al caso nostro e che, all’epoca, ci colpì molto. Oltre al nome del defunto, alla data di nascita e morte, c’era questa chiusa nell’epigrafe: “… and nobody miss him”, che, sia detto di passata, non è proprio un complimento. Letterale, la traduzione è questa: “e non manca a nessuno”. E allora proviamo a immaginare chi mancherà definitivamente in Regione, ripetendo quel “and nobody miss him” accanto ad ogni nome e vediamo l’effetto che fa.

Sicuramente ne mancherà uno tra Michele Iorio, Paolo Di Laura Frattura e Massimo Romano. Sono loro i tre, tra i sei candidati alla presidenza della Regione, a giocarsi effettivamente la partita. Tanto dice la logica e la matematica, aggiungendo, l’una e l’altra, che dei tre soltanto due entreranno in Consiglio. Proviamo a pensare, ad esempio (e non ce ne voglia il presidente che, immaginiamo, starà toccando ferro e non solo), che a saltare sia Iorio. Essendo i molisani italiani e gli italiani un popolo di voltagabbana oltre che di ingrati, più d’uno scriverà nel suo camposanto politico l’epigrafe londinese: “Qui giace Michele Iorio, passò la vita sapendo d’esserlo e fingendo di non saperlo. Non manca a nessuno”. Accanto, candidati nel listino (e quindi defunti con lui), ci saranno i cippi funerari di altri due protagonisti politici dell’ultimo decennio: Gino Velardi e Antonio Chieffo: “Qui giacciono, dopo una vita politica di cui nessuno si è accorto e nessuno li reclama”. Ma eguale sorte toccherebbe anche agli altri, esposti come sono, loro pure, al dimenticatoio: “Qui giace Paolo Frattura, eterno secondo. Nessuno, in morte come in vita, lo rimpiange”. E Romano, cosa ne sarà di lui qualora venisse inghiottito nel gorgo della notte? Anche per lui una lapide, magari con una colonna spezzata e un angelo affranto, come usa per chi viene rapito giovane in cielo: “Qui giace Massimo Romano, enfant prodige della politica molisana. Morto il prodige, sotto questa zolla resta l’enfant che nessuno più cerca”.

E passando oltre, scrivendo di chi in Regione è già un trapassato, cosa dire? Tre salme eccellenti, a Palazzo Moffa, già ci sono: parliamo di Gianfranco Vitagliano, Filoteo Di Sandro e Mario Pietracupa. Per tutti e tre il portone di via IV novembre si è pesantemente chiuso alle spalle. Per i primi due, perché candidati al Parlamento e quindi, nella migliore delle ipotesi, destinati ad essere tumulati al Verano quando verrà il turno; per il secondo, politicamente morto in azione, perché vittima di un volo senza rete dopo aver mancato l’aggancio al trapezio di Frattura. Cosa pensate, che forse qualcuno pregherà per le loro anime o porterà fiori alle loro tombe? Macché! “Qui giace Gianfranco Vitagliano, morto con le pistole in tasca: nessuno più lo pensa”. “Qui giace Filoteo Di Sandro, portò tutta la vita una coccinella al bavero: è l’unico essere del Creato a cui manca”. E infine l’ultimo: “Qui giace Mario Pietracupa, deposto in questo luogo dall’onorevole Aldo Patriciello. Nessuno, specie il cognato, ne sente la mancanza”.

Fuor di satira, e di fantasia, quello che avete appena letto è uno scenario più certo di quanto probabile. La cerimonia degli addii è iniziata insieme alla campagna elettorale. Statene certi, il 25 febbraio, ad urne chiuse e a cadavere ancora caldo, saranno in molti (probabilmente tutti) a dimenticare in fretta il caro estinto. I molisani sono italiani e, come tutti gli italiani, oltre ad essere un popolo di voltagabbana e di ingrati, sono pure un popolo di smemorati.  Nessuno, statene certi, scambierà Campobasso per Spoon River e nessuno, tra molti anni da ora, sarà disposto a raccontare la storia di lorsignori morti stecchiti. Amen.

Poscritto. Dobbiamo una spiegazione ai nostri lettori, non avendo citato un altro cadavere eccellente: Danilo Leva, anch’egli in marcia verso il Parlamento e, un domani, destinato al Verano. Ma non è stata una svista. Per capirlo basta dare un’occhiata alla lapide che gli hanno già scolpito nella Capitale: “Qui giace Danilo Leva, morto due volte: in Consiglio regionale e a Roma. Non lo piange nessuno, nemmeno Roberto Ruta, senatore a sua insaputa e monumento ai caduti”.

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