I funerali dei due amanti ritrovati nelle pineta di località Valle Soda si sono stati celebrati quasi contemporaneamente. Quelli di Giuseppe Del Riccio, 60 anni, si sono svolti a Macchia d’Isernia. Oltre ai familiari più stretti e ai compaesani, a rendergli l’ultimo saluto c’erano anche amici e parenti di Longano, il suo paese di origine. Mezz’ora più tardi, nella chiesa del quartiere San Lazzaro, a Isernia, la messa per la morte di Franca Iaciofano, 51 anni, residente da anni in città. Al termine della funzione la salma della donna è stata tumulata nel cimitero di Sant’Elena Sannita, suo paese di origine. Il nulla osta per i funerali da parte del sostituto procuratore Marco Gaeta, titolare dell’inchiesta, è arrivato al termine delle autopsie, eseguite all’obitorio del Veneziale dai medici legali Costantino Ciallella, della Sapienza di Roma, e da Pierluigi Bontempo, di Isernia. Ieri mattina, intanto, al comando provinciale dei carabinieri sono state effettuate le perizie sui vestiti delle due vittime, mentre sarà l’anatomopatologo Ciallella a stabilire se bisognerà effettuare anche una consulenza balistica. Dalle autopsie sono già emerse le prime importanti novità: la Iaciofano sarebbe stata colpita con un proiettile comune da caccia, sul fianco sinistro. La rosa dei pallini è ristretta; il colpo è stato dunque sparato da distanza ravvicinata. Del Riccio si sarebbe invece tolto la vita con un pallettone, di quelli usati per la caccia al cinghiale. I vari elementi raccolti finora non fanno altro che confermare la tesi dell’omicidio-suicidio, ma per archiviare definitivamente il caso occorre aspettare l’esito della prova dello stub. La risposta dei carabinieri del Ris di Roma dovrebbe arrivare tra una decina di giorni e dirà una volta per tutte se sia stato Del Riccio a sparare, oppure se è il caso di seguire altre piste. Per ora qualche dubbio residuo resta, mentre sul movente si possono fare solo ipotesi.