Tra politiche e regionali, bottino pieno per il PD molisano. Eletti tre parlamentari e (di fatto) 6 consiglieri tra cui il presidente della Regione. Mortale il colpo per l’Italia dei valori che rispetto alle precedenti politiche perde 48mila voti alla Camera e 42mila al Senato. Voti letteralmente travasati al Movimento 5 Stelle che raccoglie la protesta dipietrista e ottiene 52mila voti alla Camera e 42mila al Senato
Numeri alla mano, quella uscita dalle urne, tanto per il Parlamento quanto per la Regione, è una vera e propria egemonia del Partito democratico sul Molise. Le cifre, in termini assoluti e in termini percentuali, parlano chiaro. Nel 2008, letteralmente fagocitato dall’Italia dei Valori, il PD non elesse nessun parlamentare, ottenendo 35330 voti alla Camera (17,9%) e 33390 al Senato (19,13%). A vampirizzare il partito all’epoca in mano a Walter Veltroni fu, in Molise, l’Idv di Tonino Di Pietro che elesse un deputato (lo stesso Di Pietro) e un senatore (Peppino Astore) con 54629 voti alla Camera (27,68%) e 47730 (26,87%) al Senato. Questa volta, come noto, le cose sono andate in maniera diametralmente opposta: il PD ottiene alla Camera 42599 voti (22,64%) e elegge due deputati (Danilo Leva e Laura Venittelli), mentre al Senato i voti sono 39877 (23,45%) sufficienti per portare a palazzo Madama un rappresentante (Roberto Ruta). Per l’Idv, diluitasi nella lista Ingroia, è invece un bagno di sangue: alla Camera 6395 voti (3,39%) e al Senato 5249 (3,08). Quanto a rappresentanti, nemmeno a parlarne: nessuno. E’ un’ecatombe.
In Consiglio regionale, all’ultima tornata (ottobre 2011) il PD elesse tre rappresentanti (Petraroia, Totaro e Leva), oggi invece ne elegge sei tra cui il Presidente della Regione. Oltre a Paolo Di Laura Frattura, infatti, hanno in tasca la tessera del Partito democratico: Vittorino Facciolla (eletto nella lista Unione per il Molise), Francesco Totaro (eletto nel listino maggioritario), Michele Petraroia, Massimiliano Scarabeo e Domenico Di Nunzio (tutti eletti al proporzionale). L’Italia dei Valori, invece, passa dai tre consiglieri del 2011 (tutti eletti al proporzionale) ai due di oggi di cui uno (Carmelo Parpiglia) eletto nel listino maggioritario e l’altro, Cristiano Di Pietro, eletto al proporzionale. In termini di voti e percentuali, rispetto alle passate regionali, i rapporti sono questi: 2011: PD 17735 voti (9,86%) – Idv 15907 (8,85%); 2013: PD 24892 (14,83%) – Idv 12156 (7,24). C’è da considerare che nel 2011 era presente alle regionali la lista @alternativa, inventata da Roberto Ruta (con la tessera del PD in tasca) che ottenne un consigliere (Felice Di Donato) con 11364 voti (6,31).
Il quadro dei numeri parla chiaro. Il PD è forza egemone in Consiglio regionale e ottiene la quasi totalità dei seggi molisani in parlamento: tre su quattro (uno è andato al Pdl con Berlusconi eletto al Senato e in predicato di cedere il posto all’uscente, Ulisse Di Giacomo). Miserrima, in questo quadro, la figura dell’Idv che alle politiche, rispetto al 2008, perde oltre 48mila voti alla Camera e oltre 42mila al Senato, con una perdita percentuale in entrambe i casi superiore al 24%. Il dato interessante, tuttavia, è quello relativo al travaso di voti. Dove sono finiti i consensi dell’Idv? La strada più probabile e plausibile (numeri alla mano) è quella verso il Movimento 5 Stelle che alle politiche 2008 non era presente e che in questa tornata, per quel che riguarda il Molise, ha ottenuto 52057 voti alla Camera e una percentuale del 27,67% mentre al Senato i consensi sono stati 45287 e la percentuale del 26,63. Solo alle Regionali, dove il voto non è politicizzato come per il Parlamento, l’Idv riesce a contenere il colpo calando di 3751 voti pari al 1,61%.