Sono passati cinque anni dall’omicidio di Marinalva Costa e Silva, la prostituta trovata senza vita in un monolocale del centro storico di Isernia. Il tragico anniversario ha voluto ricordarlo a modo suo Ignazio Fortini, condannato in via definitiva a 18 anni di carcere, poiché ritenuto colpevole di aver ucciso la brasiliana con una coltellata al petto. Il geometra di Letino non si rassegna alla sentenza confermata a novembre dalla Cassazione. In una lettera affidata a un suo familiare, ancora una volta ribadisce la propria innocenza, invitando il vero colpevole a farsi avanti. Fortini è convinto che il terrore di essere scoperto, quel macigno che ha sulla coscienza, prima o poi avrà il sopravvento. “Io lo ricordo benissimo l’anniversario della morte di Marinalva, perché non l’ho uccisa io quel giorno, anche se sono andato da lei. E solo per essere stato lì quel maledetto 7 marzo sto pagando un prezzo esagerato. Ma di quella morte – scrive ancora Fortini all’ipotetico assassino – tu sei responsabile e presto pagherai, stanne certo. Abbi il coraggio di agire, dimostra di non essere un vigliacco e prenditi le tue responsabilità. Hai mai pensato solamente un attimo se i nostri ruoli fossero invertiti? Come ti sentiresti a stare in carcere da innocente?”. Il giovane di Letino parla ancora di ingiustizia nei suoi confronti e ricorda al presunto colpevole – e a chi a suo avviso lo starebbe coprendo – che non ha intenzione di arrendersi, anzi di essere diventato più forte in questi anni. Per questo tornerà presto a scrivere per ricordare “a te e agli altri – conclude – quale ingiustizia si compie ogni giorni nella mia vita”. Fortini deve scontare ancora tredici anni e mezzo di pena. Di recente è stato trasferito dal carcere di Vasto a quello di Larino.