Nuovo terremoto nella sanità, ancora una volta in Basso Molise. Coinvolte nove persone tra medici e dirigenti dell’Asrem, accusati di truffa e falso. I carabinieri del Nas coordinati dal comandante Antonio Forciniti questa mattina a Larino hanno notificato gli avvisi di garanzia e proceduto al sequestro di diversi beni riconducibili agli indagati. Per lo più auto, finora una Fulvia del 72, un Opel Tigra, una Alfa 147. Sotto inchiesta sono finiti 4 medici di base, Guglielmo Giardino, sindaco di Larino, Antonio Sabusco, Augusto Vincelli, Nicola Gabriele. Sono accusati di aver simulato un servizio per gli utenti per il quale hanno ricevuto dall’Asrem un extra ogni mese. Si tratta della cosiddetta medicina di gruppo, per cui più medici esercitano in uno stesso studio offrendo una maggiore assistenza agli utenti. Una formula che l’Asrem premia perché va ad alleggerire il carico di utenza sul servizio pubblico, dunque su pronto soccorso e guardia medica.
Ma stando alle indagini dei carabinieri, partite sette mesi fa, questo servizio della medicina associata non è mai esistito. “E’ stato solo un artificio volto a lucrare una somma indebita all’Asrem” ha commentato il procuratore capo Ludovico Vaccaro che ha spiegato come i carabinieri del Nas abbiano accertato, tramite l’interrogatorio dei pazienti, che in realtà il servizio non c’era. I medici non si sostituivano a vicenda, non garantivano un orario di apertura al pubblico prolungato e nessuno sapeva dell’esistenza di questo servizio. E per lo studio associato utilizzavano il Vietri, in questo caso alcuni locali della Rsa, al momento sotto sequestro per un’altra indagine e per cui non avevano ottenuto alcuna autorizzazione. I carabinieri hanno accertato che i medici svolgevano il loro turno di lavoro e andavano via, uno in particolare nello studio non ci ha mai messo piede.
L’indennità che hanno percepito fino ad oggi è stata di 500-600 euro al mese, per un danno all’Asrem di 100mila euro, “Sono soldi dei cittadini” ha ribadito il procuratore. Sotto inchiesta sono finiti anche i vertici dell’azienda sanitaria, Angelo Percopo, Gianfranca Testa, Giancarlo Paglione, Nicola Di Lena e Giovanni Quici, quest’ultimo vicesindaco di Larino e già indagato per la storia dei badge duplicati e timbrati. Oltre ad autorizzare un servizio fantasma avrebbero prodotto anche una delibera tardiva, a indagini già iniziate, sostenendo che il servizio era sperimentale e che sarebbe durato sei mesi. Ma in realtà le indennità sugli stipendi c’erano già dal 2010.