Quando il Ministero obbliga i pescherecci a fermare gli ormeggi al porto per un periodo promette anche degli incentivi per la mancata attività. Lo sanno bene gli operatori della marineria termolese che da diverse settimane aspettano ancora i pagamenti per le indennità del fermo pesca del 2012.
Un ritardo inaccettabile – dicono – che va a gravare su un settore martoriato dalla crisi e da costi sempre più elevati”.
I fondi sono previsti ma in sostanza bloccati – spiega Domenico Guidotti, presidente di Federcoopesca Molise – a causa di un contenzioso sorto con l’Unione Europea e il riparto del Fondo Europeo per la Pesca che di fatto privilegia alcune regioni e penalizza altre, tra cui il Molise dove sono più di quaranta i motopescherecci interessati dai contributi”.
Dei ritardi si è discusso anche in un incontro tenuto a Roma presso la direzione centrale della Pesca e dell’acquacoltura.
In una situazione del genere dove non si riesce nemmeno a fare reddito – aggiunge Guidotti – il quadro assume una gravità estrema e pensare che il Ministero ha bloccato anche la demolizione di un peschereccio mettendo a rischio la sopravvivenza di un’impresa”.
E mentre si aspettano i pagamenti si inizia già a discutere del fermo 2013 ma il timore è di non disporre della relativa copertura finanziaria destinata agli armatori. Misura, questa, che di solito si accompagna grazie all’intesa tra i Ministeri delle Politiche Agricole e del Lavoro alla cassa straordinaria in deroga per i pescatori. “Per quanto ci riguarda – ha concluso il responsabile di Federcoopesca – non vogliamo sentir parlare di un nuovo stop alle attività quando non hanno nemmeno pagato il pregresso”.