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giovedì, Dicembre 26, 2024

Piano sanitario, Filippo Basso rompe il silenzio: “Qualcuno vuol far passare i molisani per cittadini inferiori”

AperturaPiano sanitario, Filippo Basso rompe il silenzio: "Qualcuno vuol far passare i molisani per cittadini inferiori"

Dopo le polemiche seguite all’adozione del Piano sanitario regionale, il commissario Filippo Basso difende il proprio operato: “Sono un funzionario dello Stato e ho solo applicato la legge”, dice in un’intervista al Giornale del Molise nella quale risponde alle accuse e si toglie molti sassi dalla scarpe.

“Io sono un funzionario dello Stato e sto applicando la legge”. Il commissario Filippo Basso, inviato dal governo centrale con l’ingrato compito di elaborare ed approvare il Piano sanitario regionale, risponde così, in maniera estremamente chiara e soprattutto decisa alle accuse mosse dal comitato pro Cardarelli che per bocca dell’avvocato Vincenzo Iacovino ha annunciato la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica per presunti abusi.  Lo raggiungiamo al telefono, all’indomani della conferenza stampa di fuoco organizzata da alcuni componenti del comitato, che hanno attaccato e contestato duramente il commissario. Ma quest’ultimo  non sembra essere particolarmente preoccupato delle iniziative che stanno per essere messe in campo contro l’attuazione del Piano sanitario. E la conferma arriva proprio dalle sue parole: “Io sono un programmatore. Chi fa il programmatore commette reato penale? –  chiede, indispettito –  Pensano forse di incutere paura presentando denunce alla Procura della Repubblica per abuso?”. E poi precisa: “Non ho nessuna intenzione di entrare in polemica con il comitato, né con l’avvocato, ma tengo a sottolineare che sto semplicemente applicando la legge. Ho già preso tanti insulti, ma io mi ritengo una persona per bene che applica le leggi”. Filippo Basso ha dovuto mettere mano all’intero sistema sanitario, attirandosi critiche, attacchi per i provvedimenti adottati. “Io per primo mi sono messo nei panni degli altri per riuscire a capire come ragionavano, ma nessuno si è messo nei miei – attacca –  Io sono un dirigente dello Stato a cui è stato affidato un compito e l’ho portato avanti. Tutto qua”. L’atteggiamento ed i toni usati dall’avvocato  Iacovino non sono piaciuti al commissario Basso. “Se fino a dieci giorni fa ero pronto a fare la presentazione del piano, ora non farò più nulla. Vorrà dire che dopo il 30 aprile (data della scadenza dell’ incarico,ndr) questo argomento passerà nelle mani del presidente-commissario Frattura, che è riuscito a sbloccare, anche grazie agli adempimenti richiesti,  118 milioni.  Con questo non voglio scaricarmi di ogni responsabilità. Le responsabilità degli atti che ho adottato io sono mie, per quanto riguarda il futuro credo non sia questo il modo giusto di portare avanti le cose”. Basso, che inizialmente era sembrato poco incline a rilasciare dichiarazioni, piano piano si scioglie e spiega qual è la situazione attuale, riferita al Piano: “La materia di cui al decreto numero 8  in questo momento è in validazione presso i ministeri competenti. Dove sta l’atto che vogliono impugnare?”, chiede stizzito. E alla domanda: che situazione si è trovato di fronte al suo arrivo in Molise risponde: “ Ho trovato lo zero assoluto, ben poche cose fatte. Ho trovato una situazione per la quale il Consiglio dei ministri ha deciso di commissariare il commissario Iorio. Non sono state certo decisioni mie”. E  sul ventilato interessamento della Corte dei Conti per presunto danno erariale, in relazione alla sospensione del manager Asrem Percopo,  il tecnico ministeriale si limita a ribadire: “La legge dice che il commissario ad acta può sospendere il direttore generale, assegnarlo ad altro incarico e corrispondere lo stesso trattamento economico. Io non ho fatto altro che applicare la normativa vigente”.  Al commissario è stato anche addebitato un comportamento di chiusura nei confronti delle istituzioni locali, insomma non avrebbe minimamente tenuto conto delle indicazioni del Consiglio regionale nella stesura del Piano. La sua risposta a queste accuse è decisa: “Nel momento in cui in Molise è stata accertata una situazione di mancata programmazione, secondo la legge dello Stato, il Governo ha provveduto a nominare un commissario ad acta nella persona di Iorio prima e  Frattura oggi. Ora passano al presidente -commissario tutte le competenze riferite al piano di rientro, materia che è di competenza  della Giunta e del Consiglio regionale ma che  in questa fase  non possono in alcun modo intervenire -spiega Basso – Dunque l’esecutivo  non può adottare atti sulla sanità. Tutto ciò  è stato formalizzato nel momento in cui  è stato nominato commissario  il presidente Frattura che avrebbe anche potuto non accettare l’incarico. Questa è la situazione reale dei fatti. Mi chiedo a cosa si voglia tendere con queste iniziative, qual è il fine di tutto questo. A me sembra che  ci sia il tentativo di voler far passare i molisani per cittadini inferiori rispetto ad altri e purtroppo l’opinione pubblica accetta questa situazione. Nel frattempo, però, i molisani hanno dato un primo segnale con l’elezione del presidente Frattura”.

 

POSCRITTO. Il comitato a cui ci si riferisce nell’articolo è denominato, per l’esattezza, Comitato “Ospedale Cardarelli Bene Comune”. Il già costituito comitato “Pro Cardarelli”, tiene infatti a precisare (in maniera irrituale, via Facebook e nemmeno attraverso una nota del suo presidente) di non aver indetto nessuna conferenza stampa e di non aver avviato alcuna azione legale nei confronti del Commissario Filippo Basso. Ciò detto, va precisato al comitato “Pro Cardarelli”  che nel pezzo chiamato in questione la locuzione “pro” sta a significare null’altro che “a favore”. La cosa, che si evince in maniera palmare dal testo, deve essere quindi sfuggita agli estensori della precisazione. La realtà è che vi sono più comitati pro Cardarelli con punti di vista differenti e tutti rispettabili. Altrettanto vero è che a nessuno è attribuita la difesa in esclusiva del nosocomio campobassano.

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