di ENZO DI GAETANO
Esce in questi giorni “Piedi d’acciaio”, il libro verità sul falso scandalo che ha rischiato di minare la carriera politica di Aldo Patriciello ed il prestigio della propria famiglia e delle proprie imprese. Una storia, una controinchiesta che ha come obiettivo quello di migliorare l’efficienza e l’efficacia della Giustizia in Italia.
Lunedì 13 maggio 2013, alle ore 10:30 presso l’Hotel San Giorgio di Campobasso, Aldo Patriciello presenterà ‘Piedi d’Acciaio’. Il libro scritto dall’Europarlamentare a seguito dell’assoluzione con formula piena dal procedimento giudiziario comunemente denominato ‘Piedi d’Argilla’, punta a stimolare una riflessione accurata su alcune criticità che presenta la dinamica investigativa con l’esame di fatti e circostanze che emergono dall’analisi dei copiosi protocolli, investigativi e processuali’.
“Un libro che non vuole essere di denuncia – afferma Patriciello – ma si propone, secondo un’ottica documentaria, di contribuire a migliorare l’efficienza e l’efficacia della Giustizia italiana in favore dei cittadini. Il 2 dicembre del 2004 la mia vita e quella della mia famiglia cambiarono: ancora adesso ogni giorno davanti ai miei occhi scorrono le immagini di quel che accadde. Come un film. Le sirene dei carabinieri, mio fratello arrestato, le telecamere che facevamo rimbalzare quelle scene nelle case degli italiani. L’elicottero volteggiava sulle nostre teste mentre cercavo di rendermi conto che tutto ruotava attorno a me. Una parola mi riecheggiava nella testa: ‘ndrangheta!
Io indagato, colluso, sporco… L’inchiesta giudiziaria stava travolgendo le nostre vite, stava mandando tutto a rotoli: un patrimonio di credibilità, correttezza, rigore nella gestione delle imprese, moralità nella vita pubblica. In un momento in cui ero impegnato in prima persona in una sfida difficile, quella che avrebbe dovuto portarmi dritto a Bruxelles. Quella che stava per portarmi al Governo come sottosegretario.
Per anni, rivedendo quelle immagini nei telegiornali mi sono chiesto e se avessi rinunciato alla politica? L’accanimento giudiziario, gli attacchi alla mia persone e alle aziende della mia famiglia sarebbero cessati? Quelle assurde storie di collusioni con la criminalità sarebbero mai state formulate?
Sono domande rimaste senza risposta perché con caparbietà, con il conforto dei miei cari, spinto dalla mia coscienza tranquilla ma sconvolta da fatti mostruosi, ho continuato. Ho battagliato. Ho fermato la macchina del fango montata contro di me. Son riuscito a dimostrare che non i ponti avevano piedi d’argilla ma le accuse, le malvagità che avevano messo a punto per distruggere me e la dinasty Patriciello, come l’hanno chiamata. Ma non sono contento, non posso gioire quando penso che per colpire me hanno fatto del male a tante persone. Per questo “Piedi d’acciaio” rappresenta un contributo alla ricerca della verità: vogliamo sapere chi ha mosso i fili di questa assurda macchinazione, e qual era l’intento”.