Il senatore del Pd interviene sulle polemiche sollevate sull’iniziativa della Granarolo e precisa: la vocazione turistica non è a rischio. Ma il rischio è quello di perdere una importante opportunità per invertire la rotta.
“Nessuno ha mai parlato di biomasse, è un termine che non abbiamo mai usato”. Il senatore dal Pd Roberto Ruta, sgombra il campo da dubbi e chiarisce i termini del progetto ‘Granmanze” che tante polemiche sta provocando in Molise, soprattutto negli ambienti politici. Lo fa nel corso della conferenza stampa organizzata insieme con la parlamentare e collega di partito, Laura Venittelli, in risposta alle critiche partite soprattutto da Termoli, dal sindaco Di Brino, che aveva espresso preoccupazione per l’impatto che una mandria di manze potrebbe avere sull’ambiente. Ruta chiarisce subito: “Non c’è alcun rischio per l’ambiente, perché il letame prodotto se lo riprenderanno gli allevatori dei bovini e lo riporteranno nelle loro stalle – dice – Il letame è un ottimo fertilizzante e che come tale costa. Purtroppo in Molise non ne resterà traccia”. 18 milioni di euro l’investimento previsto dal progetto della Granarolo che creerebbe, nell’immediato novanta posti di lavoro diretti: trenta addetti diretti, altrettanti trasportatori e veterinari, “senza considerare, poi, la filiera del fieno e dello zucchero”, sottolinea Ruta che si dice preoccupato del clima che si sta generando attorno al progetto che, proprio in virtù delle polemiche in atto, potrebbe essere realizzato nella vicina Puglia, “dove, invece, nessuno ha detto nulla”. L’azienda dovrà decidere entro il 30 giugno se fermarsi in Molise o proseguire verso i pascoli pugliesi. Intanto sarebbero stati individuati anche i siti idonei ad ospitare la mandria, nei comuni di Larino, San Martino in Pensilis e Guglionesi. Insomma ci sarebbero tutti i presupposti, dal punto di vista tecnico ed ambientale, per far decollare il progetto qui in Molise, ma sulla vicenda, ha lasciato intendere Ruta, devono placarsi le polemiche. “Vogliamo invertire la rotta, non è facile, ma ci proviamo. Vogliamo scommettere sulla zootecnia, sulla filiera agroalimentare e sul turismo. Ma dobbiamo essere messi nelle condizioni di poterlo fare”, chiude il senatore. E la Venittelli avverte: “Se il progetto dovesse fallire il sindaco Di Brino dovrà sentirsi il primo responsabile”.