L’emergenza al Ferdinando Veneziale resta a livelli di guardia e non c’è solo al Pronto Soccorso a cui oramai si rivolgono tutti gli utenti della provincia di Isernia dopo il depotenziamento del servizio di urgenza a Venafro e Agnone.
Lo stato di allarme per la funzionalità dei reparti comincia a toccare anche i servizi di diabetologia, in via di soppressione, e quello di radiologia, dove la carenza di personale medico e tecnico ha raggiunto livelli di guardia, tanto da far predisporre la chiusura del reparto agli esterni.
In sostanza esami radiologici e Tac solo per interni ed urgenze.
Ma il disagio e le disfunzioni colpiscono anche lo sportello ticket e prenotazioni, dove hanno cessato le loro prestazioni i collaboratori della ditta esterna che fino ad oggi garantivano il servizio.
Un servizio che adesso viene seguito solo da personale interno, con rallentamenti e ritardi che producono ulteriori disfunzioni, tant’è che spesso si entra in possesso del ticket e della prenotazione quando il laboratorio analisi ha già chiuso.
Insomma una situazione globale di carenze pesanti ed oggettive che toccano soprattutto reparti e servizi che dovrebbero servire ad agevolare e non appesantire i reparti e la gestione delle persone ricoverate.
Il vero problema è che, a causa dei tagli lineari ai servizi ospedalieri ad Agnone e Venafro e con la mancata sostituzione del personale sanitario che cessa dal servizio per limiti di età, il Ferdinando Veneziale si sta rivelando, giorno dopo giorno, inadeguato a reggere la richiesta di servizi medico-ospedalieri che arriva dall’intera provincia altomolisana.
Il tutto con pesanti ricadute anche sui cosiddetti livelli minimi di assistenza garantiti dalla Costituzione.