Conferenza stampa agguerrita del consigliere regionale dell’Udeur, Nunzia Lattanzio. Accompagnata dal proprio legale, l’avvocato Enzo Iacovino, ha fatto il punto sulla vertenza in corso contro il presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Niro, che, secondo Lattanzio, sarebbe in palese conflitto di interessi nella duplice veste di controllore e controllato.
Prosegue la battaglia di Nunzia Lattanzio nei confronti del presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Niro. Battaglia legale, tiene a precisare la stessa Lattanzio accompagnata dal proprio legale, l’avvocato Vincenzo Iacovino, nel corso di una conferenza stampa nel corso della quale sono stati illustrati i temi del contendere. In estrema sintesi: Lattanzio ritiene che Niro eserciti illegittimamente e abusivamente il ruolo di Capogruppo consiliare dell’Udeur, carica che Niro si sarebbe autoattribuita e che lo porrebbe in una palese condizione di conflitto di interessi rispetto allo status assunto lo scorso 9 aprile di presidente delo Consiglio regionale.
La vicenda, rispetto a quella elezione, va retrodatata di qualche giorno. Precisamente al 2 aprile quando Niro, eletto sia al maggioritario che al proporzionale, opta per il seggio conquistato nel listino collegato a Frattura e, quindi, come consigliere non più dell’Udeur ma della lista “Il Molise di tutti”. Statuto alla mano, la lattanzio contesta quindi la successiva autoproclamazione a capogruppo dell’Udeur di Niro. Per entrare nel gruppo Udeur, Niro avrebbe dovuto optare per il proporzionale o, diversamente, una volta scelta la lista maggioritaria fare richiesta d’iscrizione al componente già presente nel gruppo Udeur, ovvero alla stessa Lattanzio. Nulla di tutto questo è avvenuto, dicono consigliera e avvocato.
Nel frattempo, tuttavia, l’attività del gruppo è stata gestita da Niro nonostante i reiterati solleciti di Lattanzio a rimuovere le situazioni di illegittimità e incompatibilità. Tra le cose fatte, spiccano 16 contratti ad altrettanti soggetti privati (tra cui uno riconducibile, dice Lattanzio, all’Italia dei Valori) per una spesa complessiva di circa 100mila euro che – precisa l’avvocato – ora qualcuno dovrà rimborsare al Consiglio regionale poichè spesi impropriamente.
Infine, ma non meno importante, la posizione di Niro sarebbe quella confliggente di controllore e controllato. Nella veste di Presidente del Consiglio assegna e controlla i fondi destinati ai gruppi e, come capogruppo, li gestisce. Insomma, un bel pateracchio che potrebbe finire in Tribunale. Ipotesi, tuttavia, che sia Lattanzio che Iacovino auspicano venga scongiurata attraverso un recupero del buon senso. Insomma, le dimissioni di Niro da capogruppo potrebbero rimettere le cose a posto.