Si chiama “Destinazione Italia” ed è il piano del Governo, all’interno della legge di stabilità, per attrarre investimenti esteri e favorire la competività delle imprese locali. Si compone di 50 misure che riguardano tutti i settori, tra questi c’è quello della valorizzazione dei beni demaniali che prevede di rivedere i ciriteri di assegnazione dei beni e la durata dei contratti, con l’inserimento di gare pubbliche che accrescano la concorrenza tra i diversi gestori. Nel dettaglio la proposta prevede di sdemanializzare le zone urbanizzzate, in pratica gli stabilimenti che quindi potranno essere riscattati dai balenatori e dunque acquistati. La parte invece della spiaggia, quella, sì, verrà messa all’asta. La proposta del Governo per superare la Bolkestein imposta da Bruxelles, è stata accettata in parte dalle associazione dei balneatori, ma poi c’è stato un passo indietro dello stesso Governo e tutto si è rimesso in gioco. Gli stessi sindacati si sono divisi: in gioco c’è il futuro di 30mila imprese balneari, molte delle quali stanno ancora pagando mutui per gli investimenti fatti e non sono tutte diposti ad accettare la possibilità di mettere all’asta il fazzoletto di spiaggia davanti al proprio stabilimento. “Noi vogliamo fare solo il nostro lavoro e cioè gli imprenditori e poter rilanciare un settore quello appunto del turismo balneare che rappresenta un’eccellenza in tutta Europa” ha spiegato Pietro D’Andrea della Fiba Confesercenti. Il Governo però sta elaborando una nuova proposta. Stando alle indiscrezioni potrebbero essere i Comuni a occuparsi della sdemanializzazione, con i titolari di concessioni che pagherebbero un affitto per 40 anni alle amministrazioni comunali, per poi solo in seguito poter riscattare tutto. Una proposta anche questa destinata a creare parecchi malumori.