Con una nota a firma del Consigliere delegato alla Ricostruzione e alla Protezione Civile, Salvatore Ciocca, la Regione da in benservito ad oltre 200 persone, assunte proprio dalla Protezione Civile per completare la ricostruzione post-terremoto. Al danno dello stop alla ricostruzione si aggiunge la beffa del foglio di via collettivo per chi se ne occupava.
Quella del terremoto, di cui ci siamo occupati a lungo nel corso degli anni, è una storia da voltastomaco. Noi, sulla vicenda, la pensiamo esattamente come la pensava il Pm Fabio Papa quando sostenne che l’aver allargato il cratere sismico oltre la grazia di Dio, e cioè a tutta la provincia di Campobasso, fosse un abuso. Così la pensavamo e così la pensiamo. Non abbiamo cambiato idea. Il terremoto, che ha mietuto vite in erba a San Giuliano di Puglia, ha arricchito economicamente e politicamente un sacco di gente. Figure e figuri che certamente quel giorno non risero, come fecero gli sciacalli nella notte dell’Aquila, ma che comunque col terremoto hanno fatto ugualmente affari a man bassa. A partire dai cittadini, che dichiarando terremoto un crepa hanno trasformato in ville le stalle. Ma è un capitolo chiuso, anche se in questo caso è una premessa necessaria. E lo è perché quelli che hanno sostituito quelli che c’erano, talvolta ce li fanno rimpiangere. E detto da noi, che di quelli che c’erano abbiamo scritto con la clava, è quasi un segno di pazzia incipiente.
Cerchiamo di mettere ordine. Tra le tante distorsioni create dal terremoto legale, cioè quello legale gonfiato su quello reale, c’è stata quella della moltiplicazione dei tecnici e del personale da adibire e assegnare a tutte le procedure, pratiche, verifiche e via dicendo, legate alla ricostruzione post-sisma. E’ chiaro che se il terremoto fosse rimasto circoscritto a ciò che era, sarebbe occorso personale proporzionato alla bisogna. In caso contrario – che è il caso nostro – è stata necessaria un’infornata ciclopica di personale. Cosa che è stata fatta, quando Mario Monti ha chiuso i rubinetti dichiarando chiusa l’emergenza, con un maxi concorso che ha assunto a tempo determinato oltre duecento persone. Questa volta pagati dalla Regione, e non più come in precedenza dalla struttura commissariale.
Questi contratti, che ora sono tutti in scadenza, non verranno rinnovati. Tutti a casa. Tecnicamente non è un licenziamento ma gli effetti sono gli stessi. A dare la notizia, il Consigliere delegato alla Ricostruzione post-sisma e alla Protezione civile, il comunista Salvatore Ciocca, ovvero il delegato all’oggetto della questione (la ricostruzione) e al soggetto assegnatario del personale (la Protezione Civile). La cosa inquietante è proprio questa, e cioè che su un tema di così rilevante importanza, a parlare sia chi non ha alcun potere in materia. E’ l’ora di finirla infatti con questa colossale presa per i fondelli dei consiglieri delegati, privi di qualsiasi potere decisionale. Sarebbe meglio chiamarli “portavoce”, ammesso che portino la voce di qualcuno, ovvero del Governo regionale o del Presidente della Regione su un determinato tema. Se sulla Sanità – come abbiamo scritto – siamo alle comiche, sulla ricostruzione siamo alla magia. Oltre al coniglio, i nuovi hanno fatto sparire pure il cappello. Con un semplice oplà, il consigliere delegato Ciocca ha fatto sapere che tutti andranno a casa, che verrà rifatto un concorso per “individuare il personale utile alla conclusione del percorso post sisma”, “indispensabile per portare a termine, entro la data prevista, la ricostruzione” e che nel frattempo, “si procederà alle attività di competenza utilizzando il personale tecnico già dipendente della Regione Molise”. Poi la chiusa finale, il ringraziamento ai licenziati che “si sono prodigati, con competenza e dedizione, al conseguimento degli obiettivi fin qui raggiunti”. E così, in un attimo, con i ringraziamenti, tutto sparito: cappello e coniglio. Nemmeno il mago Silvan sarebbe stato capace di fare meglio.
Allora, in conclusione, qualche domanda al Consigliere delegato, che volendo potrà girare al presidente Frattura e alla Giunta. Ciocca parla di personale “utile”, “indispensabile”, di ricostruzione entro la “data prevista”. Ecco: noi vorremmo sapere se ce l’avete un’idea di quante persone occorrano, un’idea esatta e precisa, numericamente stimabile; e se ce l’avete una idea esatta della “data prevista” per la fine (FINE) della ricostruzione. La nostra personale idea, è che non vi sia chiara né l’una né l’altra cosa, e se è vero che gli altri, quelli che hanno sloggiato, si sono inventati il moto perpetuo della ricostruzione, voi vi siete inventati quello del caos.