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domenica, Settembre 8, 2024

Monsignor De Luca: ecco quello che penso del progetto Gran Manze

AttualitĂ Monsignor De Luca: ecco quello che penso del progetto Gran Manze

di Michele Mignogna

In merito alla questione del progetto Granmanze, proposto dalla Granarolo in basso Molise, abbiamo intervistato il Vescovo della diocesi di Termoli Larino, che ha dato la disponibilità dei terreni per poter permettere alla Granarolo di presentare il progetto al Ministero. Un’intervista in cui il Vescovo spiega nei dettagli la sua posizione e la sua idea in merito allo sviluppo del nostro territorio.

Eccellenza, dunque ciclicamente si torna a parlare del progetto gran manze, 12000 manze che la Granarolo vorrebbe far crescere in molise e poi trasferite altrove per la produzione del latte, lei ha messo a disposizione dei terreni della curia per poter realizzare il progetto ostacolato da più parti, perché?

Ti ringrazio, è la prima volta che un giornalista mi rivolge direttamente simili domande. Aspettavo questo momento, anche se quasi disperavo, dovendo costatare che la stampa locale più che interessata all’accertamento della verità mi risultava occupata dal clamore della notizia. Io come stile ho scelto quello di non gridare nelle piazze e tantomeno quello di fare da amplificatore alle grida di altri che, a volte, danno l’impressione di cercare di rientrare in gioco “per rimbalzo”. Ora rispondo volentieri. La disponibilità che ho dato è limitata oggettivamente alla esclusiva presentazione del progetto, e sottolineo progetto, che una volta approvato dal CIPE dovrà essere giudicato idoneo e fattibile ed eventualmente deliberato dalla Regione e da quant’altri risulteranno istituzionalmente interessati al progetto stesso.

Secondo lei questo progetto in Molise, o meglio nel basso Molise si può realizzare o no?

Non è mio compito valutare l’opportunità e tantomeno determinare la fattibilità di una simile iniziativa, sono altri gli organismi che hanno le competenze tecniche, giuridiche e politiche necessarie per determinare la congruità e la concreta fattibilità nel nostro territorio di una simile attività economica e produttiva. Competenze che corrispondono a un dovere civile e sociale per il compito e il ruolo che tali persone e istituzioni svolgono. Tali responsabilità non possono essere scaricate su altri, né sulla Granarolo che penso abbia fatto una proposta legittima e tantomeno su di me, o chi per me, che ha solo reso possibile la presentazione di una simile proposta.

In molti le chiedono se, sui terreni della curia, anziché piazzarci 12000 manze, forse ci si potrebbe fare altro, agricoltura sostenibile e biologica e via dicendo, lei cosa ne pensa?

Sicuramente, da cittadino di Larino, tu sai che i terreni in questione non stanno ad aspettare investitori e investimenti, hanno già una destinazione sociale e sono già inseriti in una visione ben precisa di agricoltura e di sviluppo del nostro territorio. Essi sono stati conferiti da quattro anni, in comodato gratuito, alla cooperativa sociale Arcobaleno, sorriso di Dio e perciò sono funzionali al reinserimento sociale di persone che hanno avuto difficoltà nella vita. Come vedi oltre che pensare, nel nostro piccolo, cerchiamo di fare “in positivo”. Anzi colgo l’occasione per promuovere alcuni dei prodotti che assicuro squisiti e di buona qualità che tale cooperativa produce: l’olio e i ceci. E voglio anche informare chi ha la mente libera da precomprensioni e non occupata da ideologie, che come Caritas di questa diocesi sosteniamo un progetto per la pulitura dei ceci e il loro  confezionamento nelle buste da poter realizzare all’interno della casa Circondariale di Larino.

Eccellenza, molti tra cittadini e associazioni dicono che questo progetto è dannoso per il nostro territorio, e che lo stesso si è salvato, e ne parliamo oggi proprio perché lei ha messo a disposizione i terreni, salvando di fatto il progetto, infatti per presentarlo la Granarolo aveva bisogno di un sito, e fino a quel momento non ne aveva trovati.

I cittadini e le associazioni hanno il diritto e il dovere di esprimere tutte le loro perplessità e le loro visioni. Si potrebbe dire che lo possono fare grazie al fatto che il progetto è stato proposto, altrimenti non avrebbero di che dire. Penso siano rispettabili tutti, nessuno escluso, sia chi ha proposto, sia chi ha permesso di proporre, sia chi ha da ridire e da contraddire. A meno che non sia in vigore un sistema dove alcuni argomenti siano dei “tabù”, altri siano irrimediabilmente nocivi solo perché vengono proposti, altri necessariamente buoni perché proposti secondo una determinata visione. Non vorrei che si passasse da “una chiusura di pensiero definita clericale” ad una “chiusura di pensiero totalizzante” senza volto, ma altrettanto perniciosa. La tolleranza e la capacità di ascolto senza criminalizzare è una conquista che ci sta sempre davanti e in quanto tale è sempre da venire e mette tutti e ciascuno in un umile atteggiamento di ricerca.

In questo momento, lei non potrebbe ritirare la disponibilitĂ  dei terreni?

Le scelte in quanto tali possono essere sempre discusse, a volte potrebbero risultare sbagliate, ma non vanno disconosciute e rinnegate, sicuramente possono essere superate se non dovessero risultare idonee ad uno sviluppo compatibile.

Non penso che la scelta di permettere la presentazione di tale progetto che non conosco nei dettagli sia da imputare al sottoscritto come un reato. Certamente può essere discussa e rifiutata, ma comunque va rispettata perché fatta nella libertà e al di fuori di logiche ideologiche e tantomeno di interessi personali o di corpo.

Il problema penso, non sia quello della disponibilitĂ  formale dei terreni che ha permesso la presentazione di un progetto, ma quello di scelte e strategie economiche e di sviluppo che altri, i politici anzitutto dopo aver ascoltato i cittadini, sono deputati a fare e di responsabilitĂ  che altri devono assumere proprio per i compiti che svolgono e i ruoli che rivestono. Scelte che devono derivare dal giudizio economico, sociale e politico del progetto proposto e delle eventuali assunzioni di responsabilitĂ  derivanti dalla sua approvazione o dal rifiuto dello stesso.

A me fa piacere che la disponibilità dei terreni offerta ha provocato un confronto democratico e un’acquisizione di responsabilità collettiva nella salvaguardia di questo meraviglioso pezzo di terra. Ora a chi compete, il compito di tirare le conclusioni per il bene del Molise.

 

 

 

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