Prove tecniche di rimpasto. Grandi manovre in Giunta regionale. Indiscrezioni danno in partenza Scarabeo e Nagni, pronti al loro posto Totaro e Cristiano Di Pietro. Si ripropongono vecchie liturgie e minuetti e sullo sfondo la partita decisiva si gioca con la elezione del nuovo segretario regionale del Pd.
Tra pasti e rimpasti, la politica molisana è in movimento. Il Premiato Pastificio Molisano, fedele alla liturgia dei corsi e ricorsi storici, sta per sfornare un rimpasto di giunta ad un anno scarso dalle elezioni regionali. Ma qui non occorre scomodare Giambattista Vico. Al posto del filosofo napoletano, basta il trattorista di Montenero Di Bisaccia, a caccia di rivincite dopo la botta sul capocollo rimediata l’anno scorso insieme ad Antonino Ingroia con la lista Rivoluzione civile. I boatos provenienti dalle cantine di via Genova (sede della Giunta regionale), dicono che sia proprio l’ex Pm di Mani pulite a macchinare una pedata sporca da regalare ai molisani entro la prossima primavera. Di che si tratta? Della sostituzione dell’assessore Nagni e l’ingresso del figliolo Cristiano nell’esecutivo regionale. Il primo, come contentino, riceverebbe la candidatura a sindaco di Campobasso, bersaglio che mancherebbe certamente posto che il Pd, a Palazzo San Giorgio, intende portare un proprio uomo. Ma chissenefrega, come dicono dalle parti di Montenero. Nagni vada incontro al proprio destino.
Ma non è tutto, il Premiato Pastificio Molisano, oltre a pasta e pizze, è specializzato anche in una varietà di pane che dalla forma lascia capire la sostanza: il filone. Ecco, un bel filone (di pane), è quello che si sta preparando all’interno del Pd ai danni (dovremmo dire alle spalle) dell’assessore Scarabeo che, sia detto di passata, in questi mesi ha fatto di tutto per meritarselo il filone. Sempre dalle stesse cantine di via Genova, arriva la voce di un suo siluramento e l’ingresso in Giunta del sammartinese Francesco Totaro. E questo più che un filone di pane, sarebbe una baguette indigesta per l’assessore Facciolla che, come noto, col proprio compaesano intrattiene rapporti pari a quelli al tempo in corso tra Galileo e l’Inquisizione. Ma questa, tra le due ipotesi, ci sembra la meno praticabile. Almeno nei termini qui posti. Conoscendo Facciolla, sarà difficile che Totaro entri in Giunta. Allo stesso modo, conoscendo Frattura, è difficile che si tenga Scarabeo. L’idea del governatore, quella di scaricarlo, è vecchia, quasi coeva al varo della Giunta. I rapporti tra i due non sono mai stati buoni e, soprattutto, a danno dell’assessore venafrano gioca l’assoluta contiguità all’asse Ruta – Leva.
Sullo sfondo, a giocare una partita nella partita è l’elezione del nuovo segretario regionale del Pd. Tra pochi giorni sapremo chi tra Micaela Fanelli e Laura Venittelli l’avrà spuntata. Nel caso vincesse la seconda, sostenuta da Scarabeo (oltre che da Ruta e Leva), Frattura dovrebbe in qualche modo rivedere i propositi bellicosi nei confronti di Scarabeo. Nel caso prevalesse la prima, per Scarabeo scatterebbe l’avviso di sfratto. Contemporaneamente, verrebbe assegnato invece un alloggio popolare in Giunta a Cristiano Di Pietro. E allora l’avviso di sfratto lo avrebbero ricevuto i molisani.