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sabato, Dicembre 21, 2024

Cortocircuito nel PD. A Campobasso Tafazzi favorito alle primarie

AperturaCortocircuito nel PD. A Campobasso Tafazzi favorito alle primarie

di PASQUALE DI BELLO

Giorni duri per il Partito democratico, vittima di un cortocircuito politico-decisionale che rischia di innescare una pericolosa deriva. Come l’indimenticabile Tafazzi, i democratici rischiano di fare dell’autolesionismo la propria bandiera. Almeno questo dicono le vicende Di Giglio e Prencipe.

Abbiamo rischiato di parlar male degli assenti, il che sarebbe stato maleducato, fortunatamente, alla fine, ci tocca farlo dei presenti, che in questo caso più di altri e doveroso. Partiamo dall’antefatto, la convocazione per le ore 16 di mercoledì 26 marzo di una conferenza stampa presso la sede regionale del PD Molise. Attesa per la conferenza, il neosegretario Micaela Fanelli. Dopo circa una mezz’ora di ritardo, ecco presentarsi al suo posto due giovani volti del partito, Luca Iosue e Francesca De Cristofaro. Il segretario, ufficialmente, è impegnato con i lavori della segreteria regionale. E’ vero: la segreteria è in corso. E’ altrettanto vero, tuttavia, che il sospetto generalizzato tra i presenti è quello di una fuga da domande imbarazzanti, visti gli evidenti atti di autolesionismo che in ventiquattrore il PD è stato capace di infliggersi sul tema delle primarie per la scelta del candidato a sindaco di Campobasso. A partire dal forfait di Mariano Prencipe, ritenuto coram populo candidato non solo a vincere le primarie ma anche la corsa per la poltrona di primo cittadino, per finire con la presa di posizione di Michele Di Giglio, vicesegretario regionale del partito che ha fatto voti nei confronti di Bibiana Chierchia, anch’essa candidata alle primarie ma in quota Sel. A dire il vero, l’appoggio alla Chierchia ha preceduto di qualche ora la rinuncia di Prencipe, il che lascia legittimamente supporre che la bizzarra scelta del vicepresidente di un partito di parteggiare per il candidato di un’altra formazione, sia stato uno degli elementi che hanno fatto traboccare il vaso e indurre Prencipe al passo indietro. Ma non è solo questo. Sullo sfondo c’è un braccio di ferro in corso tra il presidente della Regione, Paolo Frattura, e il senatore Roberto Ruta, questioni aperte, apparentemente chiuse per poi essere riscoperchiate, che hanno fatto di Prencipe il classico vaso di coccio in mezzo a quelli di ferro. Sta di fatto che quello che poteva essere un sindaco certo per Campobasso e per il PD, ha gettato la spugna e con questo buona parte delle possibilità che il PD conquisti il capoluogo di regione.

Dopo questo uno-due, Di Giglio-Prencipe, non c’è dubbio che il PD ne esca non solo indebolito ma finisca per regalare agli avversari del centrodestra un indubbio vantaggio. In termini di autogol, il PD sarebbe capace di far rimpiangere l’indimenticabile Comunardo Niccolai che, con la maglia del Cagliari, divenne una  vera e propria celebrità del genere. Ma più che a Niccolai, questo PD ci fa pensare al mitico Tafazzi, apoteosi dell’autolesionismo, intento a randellarsi gli attributi armato di una bottiglia piena di sabbia. E’ davvero stupefacente la capacità di questo partito di fare sciocchezze, dalla sede romana sino alle periferia dell’impero come può essere considerato il Molise. Non staremo qui a parlare dei siluri a Bersani e Prodi in occasione della elezione del Capo dello Stato, vicende che tutti conoscono, ma ci limitiamo a segnalare come quello che sta accadendo a Campobasso si inserisca in una tradizione che ormai appare consolidata.

Detto questo, e in conclusione, va riferito che poi alla fine, dopo le rumorose proteste dei giornalisti, il segretario Fanelli è apparso. Pochi minuti per glissare le domande (ma non poteva essere diversamente) su entrambe le vicende, Prencipe e Di Giglio. Una sua dichiarazione netta e precisa, però c’è stata. “Il PD – ha detto Fanelli – appoggia i candidati del Partito democratico”, una affermazione che ha lasciato tutti sorpresi e sgomenti. Di questi tempi, con altissimi dirigenti del partito che appoggiano candidati di altri, affermare che il PD parteggia per i propri è un gesto di indubbio coraggio. La nostra impressione è che di questo passo, a furia di darsi randellate alle parti molli, il PD più che ai gazebo le prossime primarie finisca per farle al Pronto soccorso.

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