di ENZO DI GAETANO Inchiesta sulle spese dei gruppi consiliari alla Regione Molise: clamorosa decisione del tribunale del Riesame di Campobasso.
Tutti i beni immobili, i terreni, l’auto e i due motocicli sequestrati a Michele Picciano sono stati dissequestrati e tornano nella disponibilità dell’ex presidente del Consiglio regionale.
È stato l’avvocato Arturo Messere a chiedere ed ottenere la revoca del provvedimento di sequestro chiesto dalla procura e disposto dal Gip.
Il difensore di Picciano ha dimostrato davanti ai giudici del riesame: Scarlato, Rinaldi e Vigliotti che il provvedimento di sequestro era stato adottato dal Gip in base ad una delle norme della legge Severino del 2012.
I fatti contestati a Picciano dalla Procura, invece, si riferivano ad un periodo temporale fino al 2011. In sostanza, precedenti all’entrata in vigore della legge Severino. Messere ha sostenuto, con ragione, che le norme a cui si richiamava il sequestro non potevano essere retroattive e, quindi, il provvedimento chiesto dalla Procura e adottato dal Gip non poteva essere adottato per fatti antecedenti all’entrata in vigore della stessa legge.
Tutti i beni sequestrati tornano quindi nella piena disponibilità di Picciano e l’avvocato Messere ha espresso la sua grande soddisfazione per la decisione dei giudici del Riesame che hanno confermato uno dei pilastri del diritto: quello della non retroattività delle sanzioni.
Ad oggi, nell’ambito dell’inchiesta sulle spese dei gruppi alla Regione, sono 35 i consiglieri regionali segnalati dalla Guardia di Finanza per le ipotesi di peculato; 3 posizioni risultano archiviate; tutte le altre sono oggetto di approfondimenti investigativi da parte della polizia giudiziaria.
A partire dal luglio 2013, la Procura ha interrogato quasi tutti gli indagati contestando loro i dati rilevati dal GICO di Campobasso e, rispetto a costoro, sono attualmente in fase di esame le memorie difensive prodotte dagli indagati.