Le immagini della processione, degli altarini lungo i vicoli, della chiesa a lui dedicata zeppa di fedeli, ricordano ancora una volta come Isernia sia legata a Pietro da Morrone, Papa Celestino V.
Un legame indissolubile, sancito da testimonianze e storia incontrovertibili.
In tanti, tra studiosi e ricercatori, continuano a dare versioni differenti sul luogo di nascita del Papa del gran rifiuto. Sant’Agapito, Isernia, Sant’Angelo e tanti altri. La verità è che Celestino V è il Papa santo di Isernia perchè a questa città sono legate le maggiori testimonianze del suo culto. A Isernia c’è una confraternita che porta il suo nome, una piazza, una chiesa.
È lui il santo patrono della città, anche se in comunanza con i martiri Marciano, Nicandro e Daria. È lui che, ancora oggi, viene venerato e pregato dai fedeli che lo definiscono il santone. Ovvero, il grande santo, a dispetto della teoria minimalista e critica di Dante Alighieri. Per il sommo poeta, Celestino fu un codardo, che non ebbe il coraggio di portare la croce. Per tanti studiosi, invece, l’umiltà e la rinuncia di Celestino sono stati lo spartiacque tra la chiesa materialista e peccatrice del medioevo e quella più morigerata e animista dei secoli successivi.
Insomma, una figura, ancora oggi contestata e controversa. Le sue spoglie riposano a Collemaggio, all’Aquila, ma il legame con Isernia è indissolubile.