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domenica, Dicembre 22, 2024

Morte Iacovone, assolto Campellone

AttualitàMorte Iacovone, assolto Campellone

Il fatto non sussiste. Con questa motivazione è stato assolto dall’accusa di omicidio come conseguenza di latro reato Pietro Campellone, il dermatologo isernino accusato di aver provocato la morte di Giuseppe Iacovone, un poliziotto che lo stava inseguendo in auto. Un episodio di cronaca risalente al marzo del 2012, quando Pietro Campellone, al volante di un’Audi Q7, stava transitando sulla Isernia-Venafro. Secondo l’accusa, Campellone stava effettuando tutta una serie di sorpassi pericolosi. I poliziotti a bordo di una volante, dopo averlo visto passare ad alta velocità, si mettevano al suo inseguimento a sirene spiegate. Ma l’Audi non si fermava proseguendo nella sua corsa, mentre la volante, guidata da Giuseppe Iacovone, si schiantava contro un Tir che veniva in senso inverso, diretto a Isernia, provocando la morte del poliziotto.La domanda a cui accusa e difesa hanno dato risposte completamente diverse era questa: Campellone era cosciente di essere inseguito, o era inconsapevole? Se fosse stato cosciente, come hanno sostenuto Paolo Albano e Arturo Messere, doveva fermarsi, scappando via aveva invece provocato, indirettamente, la morte di Iacovone. Del tutto opposta la tesi dei difensori dell’imputato: non si può parlare di inseguimento. Campellone, ammesso che fosse lui, non si era accorto di essere inseguito e, quindi, era del tutto inconsapevole e, di conseguenza, non poteva essere ritenuto responsabile dell’incidente mortale in cui aveva perso la vita il suo inseguitore. Entrambe le parti hanno presentato le loro perizie che davano responsi del tutto opposti. Alla fine del rito abbreviato, il Gup di Isernia, Elena Quaranta, ha optato per l’assoluzione di Pietro Campellone perchè il fatto non sussiste. Cambiando fronte le reazioni sono state abbastanza pesanti. Un procuratore Albano scuro in volto non ha voluto rilasciare dichiarazioni, ma ha preannunciato appello immediato. Arturo Messere, avvocato della famiglia Iacovone, ha parlato di una sentenza assolutamente inaspettata di fronte a responsabilità e comportamenti penali conclamati, ma il celebre legale non molla e si dice convinto di ribaltare in appello l’esito del primo grado, lanciando un messaggio sibillino: “Come disse Ottaviano ai Cesaricidi, ci rivedremo a Filippi”. Stessa amarezza anche nei familiari del poliziotto morto in servizio, per loro è come Giiuseppe fosse morto di nuovo. “La giustizia – ha detto la sorella di Giovanni – ha ammazzato nostro fratello per la seconda volta”. (edigi)

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