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venerdì, Dicembre 27, 2024

Ciocca come Nicola di Bari. “Vagabondo” diventa l’inno ufficiale del centrosinistra molisano

AttualitàCiocca come Nicola di Bari. “Vagabondo” diventa l’inno ufficiale del centrosinistra molisano

di PASQUALE DI BELLO

Non passa giorno che la maggioranza al governo della Regione Molise non dia prova di inconcludenza. Confusi e storditi da un continuo vagabondaggio politico-progettuale, i consiglieri regionali fanno a gara per primeggiare al Festival  della sciocchezza.

Il consigliere regionale dei Comunisti italiani, Salvatore Ciocca, conosciuto in Molise con lo pseudonimo di Nicola Di Bari, ha diramato una nota a cui potremmo dare un titolo emblematico e riassuntivo: “Vagabondo”. In una sola parola, questo Carnera della Ricostruzione, ogni volta che parla, riassume tanto la natura quanto i risultati conseguiti dal centrosinistra al governo della Regione Molise. Alla voce “Vagabondare”, così si esprime il vocabolario Treccani: “Errare oziosamente da luogo a luogo, per lo più vivendo di espedienti”. Politicamente parlando, quello di Ciocca ci pare un caso di vagabondaggio cronico da studiare con attenzione. Non passa giorno, infatti, che egli non trovi un’espediente per vagabondare all’infinito, felicemente compiaciuto della propria vita (politica) oziosamente minerale. A fornire oggi il propellente a Ciocca, c’ha pensato Michele Iorio. L’ex governatore, al quale noi nel passato (e nel presente) abbiamo rimproverato ogni tipo di catastrofe, ha di recente aggiunto all’elenco delle proprie colpe quella forse più oziosa: l’essere diventato la scossa elettrica di Ciocca. Come per la rana di Galvani, ogni volta che Michele Iorio apre la bocca, Ciocca pare trapassato dall’elettricità e si scatena in gesti incontrollati che lo spingono al più completo e irrefrenabile vagabondaggio verbale. Replicando a Michele Iorio, che in materia di Protezione civile lo aveva strapazzato nel corso di una conferenza stampa, Ciocca ha annunciato, “nelle prossime ore”, “un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti relativamente ai 10 milioni circa di residui ‘scomparsi’ nel passaggio tra la Struttura Commissariale e l’Agenzia Regionale di Protezione Civile”.

Ora, a parte l’uso infelice delle maiuscole, quella di Ciocca più che una nota stampa ci pare una minaccia a mezzo stampa. Le denunce in Procura, di solito, si fanno e si tacciono per consentire agli inquirenti di lavorare in segreto. Di certo non le si annunciano, peraltro a ciclo continuo, come replica alle critiche che questa maggioranza di vagabondi merita dalla prima all’ultima. Comprese quelle provenienti da Michele Iorio che, ferme restanti le responsabilità di dodici ininterrotti anni di governo, riteniamo goda ancora del diritto di parola e di critica. E il paradosso, del quale Ciocca non si rende minimamente conto, è che la maggioranza a cui egli appartiene è talmente inconcludente, evanescente e vagabonda da aver trasformato persino Iorio da imputato politico a pubblico ministero.

La verità, dopo quasi due anni di governo, è che nessuno dei problemi ereditati da Iorio è stato risolto dall’attuale maggioranza al governo del Molise. Nemmeno uno: lavoro, sanità, infrastrutture, ricostruzione, trasporti, società partecipate dalla Regione. In ciascuno di questi temi, siamo al puro vagabondaggio e, nel caso di Ciocca, al vagabondaggio molesto. Con un durissimo comunicato stampa, Davide Vitiello, portavoce del Comitato dei precari della Protezione civile, ha chiesto a gran voce le dimissioni di Ciocca, accusato di aver fallito su tutta la linea e di essere ormai nel mirino di tutti i soggetti impegnati nella ricostruzione e in Protezione civile: lavoratori, precari, amministratori, imprese, associazioni di categoria.

Noi non vorremmo dare a Vitiello, una delusione, ma sarà difficile che Ciocca possa dimettersi. Le dimissioni, quelle vere, valgono solo se ci si dimette da un ruolo di cui si è pienamente titolari e di cui si ha la effettiva responsabilità operativa. Insieme alla recente invenzione della “cabina di regia”, quella dei “consiglieri delegati” è l’esempio più evidente della politica da diporto perseguita dalla classe (si fa per dire) politica molisana. Di quanto siano vagabondi lorsignori, ne abbiamo ogni giorno prove a dismisura. Prendete ad esempio l’ultimo comunicato stampa diramato da un altro principe dei diportisti, il consigliere Domenico Di Nunzio, un altro Muhammad Ali del pensiero politico. Dopo l’investitura di Matera a Capitale europea della cultura 2015, Di Nunzio ha sentito l’esigenza di intervenire con una propria nota di compiacimento, senza l’arrivo della quale, nessuno, nel centro lucano s’era ancora permesso di festeggiare. “Spero che possano costruirsi delle reti significative tra Molise e Basilicata”, ha fatto sapere Di Nunzio, dando così il via ai festeggiamenti delle popolazioni locali e delle principali fabbriche di materassi. Le uniche reti che conoscono i vari Ciocca, Di Nunzio e compagni, sono quelle del letto. Da vagabondi quali sono, ogni tanto sentono l’irrefrenabile desiderio di un pisolino.

 

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