Visto che se n’è accorta anche la politica comunale di Isernia, allora vuol dire che siamo messi davvero male.
Isernia, come il Titanic, sta affondando, il ghiacciaio che l’ha colpita si chiama Frattura e l’orchestra che continua a suonare è il consiglio comunale. Tutto intento a perdere tempo appresso ai mille intrighi della politica, trascurando che la città stessa sta affondando. Dopo l’università, emigrata a Pesche e prossima ad andarsene a Campobasso, anche l’ospedale è entrato nell’ultima stazione. C’è da dare attuazione al famoso Piano Balduzzi, che prevede lo smembramento dell’attuale offerta sanitaria pubblica. Andranno via il 50% dei reparti, tra cui ostetricia, ginecologia ed emodinamica.
Per fare un esempio: vuol dire che a Isernia non nasceranno più bambini e che per un bypass, uno stend, o una sofferenza cardiaca, bisognerà andare a Campobasso. E cosa significhi arrivare a Campobasso d’inverno, dall’Altomolise o dal Venafrano, è sotto gli occhi di tutti. In pratica, gli infartuati morirebbero per strada e i bambini nascerebbero in ambulanza.
Già oggi la situazione è quella che è: mezza radiologia è ferma perchè le attrezzature sono guaste. C’è carenza di personale perchè, dopo i pensionamenti, nessuno è stato sostituito e c’è un clima di sfiducia generale, perchè si ha tutta l’impressione che la sanità pubblica abbia deciso di chiudere bottega in provincia di Isernia. Quello che era un ospedale modello, il Veneziale di Isernia, è finito sul binario morto. Non c’è futuro.
E dicevamo dell’orchestra che, sul Titanic, continuava a suonare, così come il consiglio comunale di Isernia, con la maggiorana che litiga per la condivisione e con il sindaco che, risolta la pseudocrisi, ha pensato bene di andarsene in vacanza all’estero per ricaricare le pile. Insomma di Schettino non ce n’è uno solo, ma ce ne sono 32, tanti quanti sono i consiglieri comunali di Isernia, che non fanno nulla per difendere la loro città. Ora sembra che si siano ripresi dal lungo letargo ed hanno convocato la conferenza dei capigruppo per parlare di ospedale, ma l’impressione è che resteranno parole nel deserto, come già accaduto per l’università. Vuol dire che, come già successo proprio per l’università, verrà nominato anche un assessore al Veneziale.
Perchè così si usa fare a Isernia. Persa una partita, si nomina un assessore e la barca va, verso la deriva. (edg)