La grande frana di Petacciato si è fermata. Negli ultimi giorni non ci sono stati altri smottamenti e anche i vetrini sistemati sulle crepe in Municipio non si sono spostati. Per il momento l’allarme sembra rientrato ma l’emergenza resta. Vivere sopra una faglia che periodicamente si risveglia sconquassando il territorio non fa stare tranquilli. E’ per questo che il progetto presentato dal Comune alla Regione e al Ministero e che prevede il raccoglimento delle acque e lo scarico a mare adesso diventa più urgente. Il sindaco Gabriele La Palombara sta aspettando di incontrare il presidente Paolo Frattura per capire se ci sono i soldi da stanziare considerata l’urgenza. Ma ci sono anche da sistemare le strade che sono state riaperte solo provvisoriamente. I lavori infatti sono da ultimare come si vede in via del Progresso, la strada che dal paese porta al mare. Mentre in Comune si stanno accelerando le pratiche per poter abbattere gli edifici che si affacciano sul costone in paese e che sono a rischio crollo. Si tratta di stabili disabitati per lo più. Qualcuno viene riaperto solo in estate. I soldi ci sono: 800mila euro e i lavori sono stati anche già appaltati. Mancano solo le ultime pratiche per gli espropri con il Comune che auspica la cessione bonaria da parte dei proprietari. Intanto sul fronte idrico gli agricoltori sono ancora senza acqua. La frana ha spaccato due delle condotte di proprietà del Consorzio di Bonifica Trigno-Biferno che portano l’acqua ai campi. Ci vogliono 500mila euro per sistemarle definitivamente. Soldi che ora non ci sono, per questo si è pensato a un intervento provvisorio che possa almeno permettere il ripristino del flusso. Servono 100mila euro. Per gran parte la somma sarà coperta dalla Regione, come assicurato dall’assessore Nagni al presidente del Consorzio Giorgio Manes, mentre il resto sarà a carico del Consorzio stesso. Solo la settimana prossima però si avranno notizie più certe.