Piante infestanti rimosse, erba tagliata, rifiuti spariti. E tra questi, decine e decine di siringhe e bottiglie vuote di birra e alcolici.
Il sentiero pedonale che conduce da vico Porta Freddo nel centro storico di Campobasso alla chiesa di san Giorgio non è più lo stesso dopo l’intervento dell’associazione Fare Verde che da tempo ha deciso di rimediare alla lentezza, a volte immobilismo, dell’amministrazione comunale per restituire il decoro e pulizia ai luoghi cari alla comunità campobassana.
Questa nuova iniziativa è la terza tappa del progetto “Azione e Integrazione” in collaborazione con la comunità dei migranti ospiti del Centro di accoglienza di Campobasso.
I volontari, dopo la pulizia di Parco dei Pini e il giardino della scuola di via Crispi nelle scorse settimane , si sono spostati ora nel centro storico per liberare dalle erbacce e dalla sporcizia un percorso non molto conosciuto ma molto utile per chi voglia raggiungere la parte alta della cosiddetta collina Monforte.Gli scalini neanche si vedevano più, hanno evidenziato i partecipanti, muniti di entusiasmo, buonumore e guanti e utensili da giardinaggio e che, già che c’erano, hanno anche sistemato alcuni alberi rimasti danneggiati dall’ultima nevicata e il giardino di casa Colucci, di proprietà comunale e in totale abbandono.
Una giornata di lavoro e di allegria, in cui l’italiano e il dialetto campobassano si sono mescolati alle lingue dei migranti felici come sempre di partecipare e sentirsi parte di un gruppo. Tante le criticità che i volontari hanno portato alla luce, come avviene sempre quando si decide di fare le grandi pulizie in luoghi dimenticati per anni e anni: a parte l’immondizia lasciata da gente incivile e le solite siringhe di chi sa di poter agire indisturbato, i volontari di fare verde hanno evidenziato situazioni che meritano un pronto intervento di Palazzo San Giorgio: una discarica a cielo aperto accanto al sentiero dove abbondano non solo i rifiuti ingombranti ma anche l’eternit mescolato a tonnellate di calcinacci di qualche recente ristrutturazione nei paraggi. Inoltre, segnalano i volontari, il sottobosco presenta zone di inquinamento allarmante con residui di lavori edili- anche qui- di anni e anni.
MartMa