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sabato, Dicembre 21, 2024

Difesa della sanità pubblica, Pastore chiede aiuto ai sindaci, ma rispondono solo in tre

AttualitàDifesa della sanità pubblica, Pastore chiede aiuto ai sindaci, ma rispondono solo in tre

Battaglia in difesa della sanità pubblica e degli ospedali pubblici, Lucio Pastore, con il suo comitato per il Bene comune, aveva chiamato a raccolta tutti i sindaci della provincia di Isernia, da Brasiello a Sorbo, da Carosella a Cardegna, solo per citare i maggiori centri, ma alla fine il suo appello è stato raccolto solo da tre sindaci di piccoli comuni.
Tutti gli altri, assenti ingiustificati. Probabilmente avevano timore, Brasiello in testa di dare fastidio al manovratore, al presidente. A quel Paolo Frattura che appare come un nemico giurato di Lucio Pastore e delle sue battaglie in difesa della sanità pubblica. Senza voler essere troppo malpensanti, basti riflettere sulla clamorosa sostituzione di Pastore come primario facente funzioni del pronto soccorso di Isernia.
Ma così funziona e i sindaci della terra di Celestino fanno gli ignavi stanno alla larga da qualunque potenziale avversario di frattura. Ma Pastore non molla, non si spaventa e continua nella sua battaglia in difesa della sanità pubblica. Così anche ieri pomeriggio, a Isernia, nella sala Raucci di Palazzo San Francesco, l’ex primario ha illustrato il suo piano ‘alternativo’ in favore degli ospedali pubblici. Un piano che prevede, come prima mossa, la riduzione delle percentuali di spesa destinate alla sanità privata. Attualmente in Molise il 30% del budget complessivo finisce alle strutture private. Bisogna scendere, come chiedeva Carmine Ruta, l’ex manager Asrem sostituito dalla sera alla mattina appena cominciò a parlare di tagli a Neuromed e Cattolica.
Poi, fatti i tagli, bisogna efficientare la sanità pubblica afferma Pastore: “Noi vogliam costruire, insieme a voi una sanità a misura di uomo. Non solo abbiamo criticato lo sfascio in cui la politica ha ridotto il Sistema Sanitario Regionale ma, ora, insieme alla gente ed ai loro rappresentanti più vicini, i sindaci, vogliamo fare delle proposte costruttive e rendervi veramente partecipi della difesa del diritto alla salute come bene comune da non trasformare in merce. Le cure devono essere per tutti, indipendentemente dal proprio reddito, e non per pochi. Questo non succede in sanità dove ognuno pensa di poter trarre vantaggi, così come è avvenuto per molto tempo, dagli accordi con i gruppi di potere pro tempore. Se non si prende coscienza che in assenza di una forte unità progressivamente verrà destrutturato il Sistema Sanitario Pubblico e che solo pochi trarranno veramente vantaggio dalle privatizzazioni, ci troveremo con il diritto alla salute tramutato in merce ed una massa di precari sempre più sfruttati. Vanno avanti come schiacciasassi in questa trasformazione e se non prenderemo coscienza in tempi brevi, come è successo nella scuola, che bisogna unirsi per contrastate la deriva, tutto sarà perso e sarà molto difficile recuperare un sistema veramente universalistico”.

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