La nomina dei due assessori esterni continua a rendere complicata e difficile la vita di Luigi Brasiello, sindaco di Isernia, che, dopo due anni ha provato a fare da solo, smarcandosi dai partiti. Una scelta di libertà decisionale che il Centrosinistra non gli consente.
Infatti i partiti lo stanno mettendo all’angolo, chiedendogli, anzi, imponendogli la revoca immediata dei due incarichi assegnati a Ferdinando Veneziale e Gaia Di Nezza.
Cosa farà Brasiello?
Difficile capirlo, lui prova a resistere ai partiti, ma il margine si fa sempre più stretto. Il sindaco vorrebbe fare come Tsipras, rimettendosi alla sua libertà di scelta e rivolgendosi al popolo, ma lo Junker della situazione è Franco Capone, il presidente del consiglio comunale, che gli ha chiesto di fare marcia indietro, offrendogli la scappatoia della Delrio, la legge sulle quote rosa che, in caso di modifiche degli esecutivi, chiede il rispetto delle quote rasa del 40%. Quindi, scrive Capone, meglio non toccare niente.
Una scappatoia, ma Brasiello accetterà il suggerimento diplomatico di Capone o continuerà a fare di testa sua, rischiando di rompersela?
Brasiello prova così a giustificarsi, sostenendo di essere un uomo di Centro e non di Sinistra, ma è chiaro che la scelta che ha fatto più rumore, nella compagine della maggioranza, è stata quella di Gaia Di Nezza, associata agli ambienti di destra e quindi fuori dal recinto del centrosinistra, quello da cui è venuto fuori Brasiello.
Intanto spunta fuori l’ultima ipotesi, quella che vede Brasiello fermarsi sull’orlo del baratro e congelare le nomine. Vedremo.