Armato di bomboletta spray, l’architetto Franco Valente ha indossato i panni del writer per far conoscere all’opionione pubblica quanto sta per accadere a due passi dagli scavi archeologici di San Vincenzo al Volturno: per consentire all’Enel di effettuare dei lavori dei blocchi prefabbricati nei prossimi giorni saranno calati nel fiume per incanalare le acque del Volturno. Per Valente un’idea del genere è improponibile: “L’Enel – ha detto Valente – deve fare un’operazione a monte. Per farla è stato previsto un intervento sciagurato: bisogna fare una massicciata di 130 metri, larga 5 metri, sulla quale collocare questi ignobili prefabbricati in cemento armato. Per fare questa operazione dovranno chiudere il fiume Volturno per una lunghezza di circa 3 chilometri, quindi per un mese verrà distrutta tutta la flora e tutta la fauna, dopodiché verrà riversata tutta l’acqua all’interno di questo canale. Che provocherà danni incommensurabili all’uscita, perché si creerà una velocità dell’acqua incredibile. Tutto questo si poteva fare con la massima tranquillità, ripristinando cioè i canali scolmatori fatti mille anni fa, evitando che l’acqua salisse di livello, come si presume accadrà in seguito ala sistemazione di questi canali”. Del caso si sta interessando anche Legambiente. Che non resterà a guardare. Tra le ipotesi in campo finalizzate a contrastare il progetto anche quella di rivolgersi alla Procura: “Legambiente – ha aggiunto Valente – farà un articolato esposto alla Procura della Repubblica per danno ambientale, perché qui si distrugge la fauna, la flora. Questo è uno dei Sic più importanti d’Europa, siamo alle sorgenti del fiume più importante d’Italia, dopodiché ci costituiremo parte civile contro chi sta per provocare questi danni incredibili al territorio”.
Incanalamento delle acque del fiume, polemiche a San Vincenzo al Volturno
