Più passano le ore e più si gonfia lo scandalo “Garanzia Giovani”, il progetto finanziato dall’Unione europea destinato ai giovani disoccupati. A chiedere conto delle irregolarità, emerse al momento come indiscrezioni, è la CGIL che fa esplicito riferimento a “responsabilità politiche”
E’ un vero e proprio avviso di sfratto quello recapitato dalla CGIL all’assessore regionale al Lavoro, Michele Petraroia. Questo il testo diramato a firma di Lucia Merlo, responsabile “Mercato del lavoro” dello storico sindacato che fu di Giuseppe Di Vittorio e di Luciano Lama. “I fatti denunciati da Telemolise, anche se solo presunti, aprono certamente dubbi, interrogativi e perplessità sulla gestione del Programma Garanzia Giovani sia in termini di responsabilità gestionali sia in termini di responsabilità politica. L’aver permesso l’instaurazione di tirocini extracurriculari a giovani ancora non profilati presso i CPI , se dovesse essere accaduto, non solo significherebbe aver ignorato ed eluso tutti i criteri previsti nei bandi, ma avrebbe arrecato danni ai tanti giovani aventi diritto che sono in attesa di essere legittimamente inseriti in percorsi di politiche attive propedeutiche ad un’opportunità occupazionale. Tale situazione , inoltre, potrebbe aprire scenari di politiche clientelari fino ad arrivare a responsabilità penali come quello di abuso d’ufficio. In relazione a questo possibile scenario la CGIL si è già adoperata in queste ore per richiedere informazioni e documenti comprovanti l’iter di svolgimento del bando sui tirocini extracurriculari allo scopo di fare chiarezza sui fatti accaduti. La CGIL Molise dichiara, fin da ora, che, se dovessero esserci irregolarità, promuoverà ogni azione di denuncia e di richiesta di indagine presso gli organi preposti”.
Di questa breve e fermissima nota, il passaggio evidentemente riferito all’assessore Petraroia è quello che fa riferimento alla “responsabilità politica”. Il piano Garanzia Giovani, destinato a disoccupati tra i 15 e i 29 anni, è un programma finanziato con fondi europei e affidato, regione per regione, alla supervisione dei rispettivi assessorati al Lavoro. Oltre al coordinamento delle attività ad esso connesse, sono questi ultimi ad averne in toto la responsabilità politica della misura messa in campo dall’Unione europea per sostenere i giovani e contrastare la disoccupazione. In particolare, è preciso dovere politico di un assessore al Lavoro quello di vigilare affinché una misura destinata a soggetti svantaggiati non si trasformi in un assist per i soliti marpioni pronti a trasformarla in strumento d’abbuffata e di clientelismo. E’ questo, e solo questo, il punto della questione. Se dovesse emergere – come emergerà – che le irregolarità, finora segnalate solo a livello di indiscrezione, sono state effettivamente consumate, sul piano politico a Michele Petraroia non resterebbe che trarne l’unica conclusione possibile: quella delle dimissioni per incapacità manifesta. Se a ciò non dovesse provvedere da solo, toccherebbe al presidente della Regione Frattura rimuoverlo, a meno che anch’egli, rendendosi complice della incapacità politica di Petraroia, continui a mantenerlo in un ruolo che l’assessore in carica ha ampiamente dimostrato non solo di non saper esercitare ma anche di non meritare. L’aggravante specifica, quella di essere un ex sindacalista, rende ancora più pesante e insostenibile la posizione di Patraroia. Del resto, in tutta la storia del sindacalismo molisano (ma crediamo anche nazionale) non si era mai visto, sentito e letto, di un sindacato che, chiedendone conto, chiede la testa del proprio ex segretario regionale diventato oggi assessore al Lavoro.
Petraroia – lo abbiamo già scritto ma giova ripeterlo – mentre lo scandalo Garanzia Giovani esplodeva, si dilettava a commentare sulla bacheca Facebook di Jovanotti l’iniziativa del cantautore romano dedicata alla memoria di Pino Daniele. Oltre ad essere tifoso dell’Inter (unica nota positiva che, sotto sotto, dobbiamo ammetterlo, lo redime parzialmente ai nostri occhi), Petraroia è anche un estimatore del bluesman napoletano scomparso di recente. Ma c’è una ragione ben precisa. Pare che Pino Daniele, avendo la capacità oltre che di suonare anche di prevedere il futuro, abbia scritto uno dei suoi brani più noti proprio pensando all’attuale assessore. “Nun Me Scuccià”, uscito nel 1980 e contenuto nel celeberrimo album “Nero A Metà”, pare fosse dedicato con largo anticipo sui tempi proprio a lui. “Nun me scuccià, nun me scuccià, cerca di stare almeno un minuto senza parlà”, questi versi iniziali del brano non vi sembrano forse dedicati proprio a Michele Petraroia?