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domenica, Dicembre 22, 2024

Zuccherificio: settima asta deserta e altra cassa integrazione per i lavoratori. Futuro nero

AttualitàZuccherificio: settima asta deserta e altra cassa integrazione per i lavoratori. Futuro nero

zucaAnche la settima asta di vendita dello Zuccherificio del Molise è andata deserta. Si era partiti da quasi 28 milioni di euro e nonostante il prezzo sia sceso sensibilmente fino a 11 milioni e 450mila euro nessuno si è fatto avanti. Eppure negli ultimi tempi diverse società hanno visitato l’unico stabilimento rimasto al Sud che produce zucchero. Il timore e le sensazioni che si alimentano tra i lavoratori è che il copione sia già scritto, che tutto verrà svenduto con una corsa alle speculazioni, lasciando a bocca asciutta creditori e dipendenti che non avranno più il loro posto di lavoro. Consapevoli o meno, intanto nello stesso giorno dell’asta andata deserta sindacati e azienda sono stati convocati per un incontro in Prefettura, durante il quale è stato deciso di uscire dalla cassa integrazione ordinaria, di cui rimanevano solo 5 settimane e di far richiesta per quella straordinaria che darà per altri 12 mesi una boccata d’ossigeno ai lavoratori. Un incontro al quale i curatori fallimentari erano assenti ma che è servito a ribadire la grave situazione finanziare in cui versa la Srl anche dopo il fallimento della Spa. L’assessore Facciolla ha annunciato per il 15 settembre un incontro al ministero dell’Agricoltura con quello del Lavoro per parlare di futuro dello stabilimento e del comparto in generale. Dalla riunione in Prefettura si è usciti con impegni degli enti a conservare quote e a salvaguardare i livelli occupazionali, ma intanto la certezza è che dopo 40 anni gli impianti per questa stagione sono rimasti spenti. Troppo alto il costo per rimetterli in funzione e dunque il nuovo amministratoreee unico Cianciosi insieme ai curatori fallimentari ha deciso di ricorrere ai cosiddetti blustermini impiantiti trasportabili capaci di trasformare la barbabietola con costi di gran lunga inferiori a quelli di una vera fabbrica, alla quale resterebbe solo da effettuare il raffinamento dello zucchero e l’impacchettamento. Un’operazione per la quale sarebbero necessari al massimo 10 addetti. Gli altri 80 invece resteranno a casa.

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