di GIOVANNI DI TOTA
E’ una delle zone più inaccessibili del pianeta. Off limits per gli aerei, schermata dai satelliti e super protetta. E’ la famigerata “area 51”, una superficie estesa quanto la Sardegna, che lambisce Las Vegas nello stato del Nevada.
Nell’area 51 pare sia anche conservato il corpo di un alieno, precipitato con il suo disco volante proprio sul territorio degli Stati Uniti. E il fatto che la sua esistenza sia solo vagamente ammessa dal governo americano, ne ha ingigantito le leggende che da decenni circondano la base militare.
Sarà per la coincidenza del numero ma, molto più in piccolo, anche attorno al “decreto 51” stanno nascendo sospetti, dicerie e qualche mistero.
L’atto è quello firmato dal commissario ad acta alla sanità regionale (Paolo Frattura), per i trattamenti chemioterapici, prima sospesi e poi reintrodotti con questa decisione. Il documento porta la data del 7 agosto. Nello stesso periodo, cioè, in cui associazioni di volontariato, Fondazione Giovanni Paolo secondo, l’arcivescovo di Campobasso e semplici cittadini, avevano sollevato il caso, denunciando che il servizio era stato sospeso dalla Cattolica. La “smentita”, a quelle notizie, era stata data dal palazzo Vitale il 9 agosto: “Le prestazioni oncologiche in Molise – annunciava Frattura in quel comunicato – saranno garantite con nuovi farmaci”. Il verbo al futuro “rassicurava” in qualche modo, ma non diceva nulla sui tempi. Un’incertezza non gradita dai vertici della Fondazione Giovanni Paolo secondo che, il giorno dopo, avevano ribadito di aver sospeso le prestazioni in seguito a un decreto del commissario che, dal 1 luglio, aveva sospeso le prestazioni chemioterapiche, considerate al di fuori dei livelli essenziali di assistenza (Lea).
Il 10 luglio sera, la Fondazione veniva messa al corrente dalla Regione dell’esistenza del “decreto 51” con il quale Frattura aveva ripristinato e ampliato ad altri farmaci, la prestazione di chemioterapia.
Una notizia che lo stesso Frattura ha confermato l’11 agosto: “Le polemiche sulle prestazioni oncologiche – ha spiegato il commissario alla sanità – scaturiscono probabilmente dalla mancata conoscenza dell’ultimo atto deliberativo: lo scorso 7 agosto – ha ribadito – la struttura commissariale ha firmato il decreto n.51 che interviene a sanare il regime delle prestazioni chemioterapiche”.
Ma chi è che non conosceva dell’esistenza del “decreto 51”, firmato il 7 agosto, se il 9 agosto Frattura aveva già provato a “smentire notizie che risultano di una gravità assoluta”? Pochi, pochissimi, forse nemmeno il governatore, che due giorni dopo che il commissario aveva firmato il decreto parlava ancora al futuro, senza citare numero e data di un atto firmato dalla stessa mano. Una mano che la data del 7 agosto l’ha scritta a penna, creando subito un alone di sospetto, proprio come da decenni avviene attorno al filo spinato di The Box: la scatola dell’area 51. Un numero, una garanzia. Il mistero rimarrà irrisolto, decreto o area che sia.
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