18 anni di violenze: calci e pugni anche solo perché il piatto preparato non era di suo gradimento, o magari perché c’era troppo sale. Ogni scusa era buona per picchiare la moglie, anche davanti ai figli piccoli, per distruggere mobili o scagliare oggetti. Una moglie remissiva, che ormai aveva accettato quel marito e quella vita, tanto che non lo ha mai denunciato. Lei, impiegata, non è mai stata nemmeno al pronto soccorso nonostante gli evidenti lividi che le botte le lasciavano sul corpo. S’inventava scuse per giustificare quei segni, ma poi alcuni parenti della donna, a conoscenza delle violenze, hanno deciso, loro, di dire basta rivolgendosi al commissariato di Termoli per denunciare quel padre padrone e marito violento. Lui ha 66 anni, ora è in pensione, ma è un ex insegnante. E’ stato allontanato di casa e non può più tornarci. Non può nemmeno contattare la moglie e figli, che ora non vivono più a Termoli. A deciderlo è stato un provvedimento di natura cautelare firmato dal giudice D’Alonzo su richiesta del pm Luca Venturi che ha seguito le indagini e ha ricostruito un quadro di sudditanza psicologica e fisica della moglie al marito. Il professore era stato capace di instaurare un clima di terrore al punto che la moglie minimizzava ed evitava di denunciare per paura di ritorsioni. In tanti anni solo alcune volte lei era riuscita ad allontanarsi da casa. Lo faceva per i figli. Ma per poco. E’ sempre ritornata tra quelle mura fatte di violenza gratuita e di umiliazioni. Ora quel marito violento è lontano e forse lei potrà ritrovare in quella stessa casa un po’ di serenità. L’attenzione verso il fenomeno della violenza soprattutto domestica resta alto e il messaggio che la Polizia di Stato vuole lanciare alle donne è quello di avere fiducia nelle Istituzioni perché solo denunciando è possibile ricevere aiuto, per liberarsi da una vita di soprusi e violenze.