Mancano oramai pochi giorni alla ripresa dell’attività politica regionale. Ma le riunioni, gli incontri i faccia a faccia sono in corso tra tutti gli esponenti della casta che si arrovellano su come mantenere o conquistare una poltrona che darà loro in cambio, soldi e potere. Il problema da risolvere non è quello di far ripartire una regione oramai alla canna del gas. Il vero obiettivo è quello di mantenere privilegi e incarichi, così da perpetrare la continuazione della specie, ovvero la casta.
E veniamo alle ipotesi in campo e alle squadre dei giocatori. Quella più numerosa e speranzosa è la formazione del Pd, partito democratico, dove sono in pista diversi candidati. Le poltrone in ballo sono due: quella del presidente del consiglio e quella del quarto assessore, o forse anche del terzo, ovvero Michele Petraroia. Ci sono due o tre possibilità: la prima è che Petraroia si sposti alla presidenza del consiglio e in giunta entrino un Pd e un rappresentante delle altre componenti del centrosinistra, ovvero Vincenzo Cotugno, oppure Nunzia Lattanzio, che potrebbe fare il paio con Micaela Fanelli, per un esecutivo che sarebbe così al cinquanta per cento rosa.
Un’altra ipotesi vorrebbe invece in giunta, in rappresentanza della provincia di Isernia e della minoranza Pd, Carlo Veneziale, che resterebbe come assessore esterno anche dopo il rientro di Massimiliano Scarabeo.
Se, invece, alla presidenza del consiglio arrivasse con due anni e mezzo di ritardo Vincenzo Cotugno, per i due assessori le variabili in campo sarebbero ancora più articolate. Infatti, bisogna capire se Petraroia continuerà a ricevere la fiducia di Frattura.
Certo l’assessore al lavoro che non c’è solo qualche mese fa firmò una dichiarazione di fiducia nell’attuale governatore. Chissà se quella dichiarazione e quel salto sul carro dei Renziani basterà a fargli conservare la poltrona. In corsa ci sono per i due posti la Fanelli, Totaro, Veneziale e la Lattanzio. Si preannunciano scintille.