di Giovanni Di Tota
Chiediamo al presidente della Regione e alla Giunta di rinunciare alle delibere dell’ultimo minuto per l’apertura anticipata della caccia, anche per evitare il rischio di ostacolare i ricorsi delle associazioni.
L’ente per la protezione animali, la lega antivivisezione e la lega per la protezione degli uccelli si sono rivolti così ai vertici regionali alla vigilia di decisioni che potrebbero favorire i cacciatori.
Si tratta di un copione già visto – dicono Enpa, Lav e Lipu – che mortifica le istituzioni, espone i funzionari a ogni rischio e priva i cittadini del loro diritto di intervento. In particolare, sostengono le associazioni animaliste, anticipare la data della stagione venatoria avrebbe un forte impatto negativo sulla fauna selvatica. Questa è una fase delicata per molte specie, ancora alle prese con i piccoli, senza dimenticare – hanno evidenziato gli ambientalisti – quel disturbo biologico a tutta la biodiversità che gli spari comportano e che l’Europa considera uno dei fattori più devastanti per i selvatici.
L’apertura anticipata poi, secondo Lipu, Lav e Enpa, costituirebbe “un atto illegittimo, in quanto il Molise è ancora privo di un piano faunistico venatorio aggiornato e vige quello risalente al 1998”.
La legge nazionale sulla caccia, “è chiarissima- proseguono le sigle ambientaliste- quando afferma che anticipare la stagione venatoria può avvenire solo in presenza di un piano faunistico aggiornato e con il parere dell’Ispra, l’Istituto scientifico nazionale di riferimento. Il Molise non dispone né dell’uno né dell’altro.
In una lacuna legislativa che spazia dal piano energetico a quello faunistico, dalla balbettante bozza sulla legge forestale, già contestata dal Wwf, a una politica di gestione dell’acqua già messa all’indice da molti sindaci, è ormai evidente che i tanto sbandierati ambiente e territorio servono solo a spargere fumo. E, spesso, dietro le nebbie, si muovono interessi di altro tipo.
In una piccola regione come il Molise, paesaggio e natura devono rappresentare un punto di forza e di attrazione turistica, non il sentiero su cui far partire colpi di fucile e pallini.