Isernia da città martire della seconda guerra mondiale, per il bombardamento del 43, si sta trasformando in città martire anche della seconda repubblica di Matteo Renzi, quella basata su tagli e riduzioni dei presidi dello Stato nella periferia e nelle regioni più disagiate.
Con la motivazione della riduzione dei costi, erano state soppresse già 23 prefetture, tra cui quella di Isernia, accorpata a Campobasso. Oggi, con la pubblicazione del decreto, è venuto fuori che non chiuderà solo la prefettura ma, entro la fine del 2016, da Isernia andranno via anche la questura e il comando provinciale dei vigili del fuoco. Una notizia che ha lasciato con l’amaro in bocca, rabbia e delusione, gli uomi e le donne della questura isernina che, proprio oggi, per ironia della sorte, in contemporanea, hanno festeggiato a Fornelli, la festa di san Michele Arcangelo, santo patrono della polizia di stato. Una decisione, quella del ministro Alfano, che è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e che non lascia scampo a nessuna interpretazione o negoziazione.
Lo Stato ha deciso di risparmiare e lo fa sulla pelle dei cittadini e degli operatori delle forze dell’ordine e delle prefetture che verranno trasferiti, che dovranno spostare le loro famiglie, che dovranno cercarsi un’altra casa dopo che, magari, l’avevano già comprata a Isernia.
Senza considerare l’effetto a cascata che provocherà questa decisione del Viminale. Infatti, quasi certamente, andranno via da Isernia anche i comandi provinciali di carabinieri e finanzieri, oltre che la Guardia Forestale, che sarà accorpata ancora non si sa come agli stessi carabinieri.
E a catena anche Poste, Inps, Inail, Direzione delle Entrate e tutti gli altri ministeri non staranno certo a guardare, abbassando di livello la rispettiva presenza sul territorio. Torneremo come 50 anni fa quando per la patente, il passaporto o la pensione bisognava andare a Campobasso.
Un ulteriore passo all’indietro per il capoluogo pentro che continua a subire decisioni assurde e immotivate e, oltretutto, illegittime e, per il Molise, incostituzionali.
Infatti non può esistere una regione con una sola provincia, dovrebbe diventare a statuto speciale, come la Val d’Aosta. Per questo motivo le prefetture e le questure di Matera e di Terni, appartenenti a regioni con due province, non sono state toccate.
È stato illegittimamente toccato solo il Molise e nessuno fa niente per impedirlo. Nè la Regione pensa minimamente a ricorrere alla Corte Costituzionale contro quello che è un vero e proprio arbitrio di cui fa le spese, ancora una volta, la città di Isernia.