Continua la saga infinita della lotta intestina che sta dissanguando il partito democratico del Molise. Ed è così che la vertenza Isernia, con l’impoverimento progressivo della provincia pentra e la caduta dell’amministrazione comunale, per mano di tre dissidenti del partito democratico, hanno svegliato dal letargo riccese persino la segretaria regionale del Pd, Micaela Fanelli, accusata in prima persona da Danilo Leva di essere la regista occulta della caduta di Brasiello.
La risposta della segreteria regionale, a firma proprio della Fanelli, ma certamente concordata con Frattura, ha due passaggi molto significativi. Il primo è chiaramente polemico e rivolto in maniera palese al suo grande accusatore Danilo Leva. La segretaria regionale, senza farne il nome, ma facendo capire che si tratta proprio di lui, lo invita ad: «evitare il gioco delle speculazioni politiche, utili forse solo a provare a mantenere rendite di posizione che si stanno perdendo nello scenario nazionale e per il ridursi degli spazi locali. I cittadini sono stufi delle polemiche e delle continue richieste di dimissioni – che peraltro non si fanno con le dichiarazioni, ma con i numeri! – utili solo a chi li propone».
Insomma, un bel fallo di reazione, come si direbbe nel calcio giocato, reazione alle continue accuse partite dal deputato di Fornelli in direzione del sindaco di Riccia. Come dire un bel derby tutto molisano.
Ma dopo le ripicche, passiamo ai contenuti e, anche qui, lo spartito sembra quello più gradito a Frattura.
Infatti la Fanelli, nell’ottica della difesa degli interessi di Isernia, chiede al governatore, di riequilibrare la presenza pentra in previsione del giro di boa del 13 ottobre, quando si dovrà eleggere il nuovo presidente del consiglio e, a catena, nominare il quarto assessore.
L’invito sembra proprio quello di eleggere Vincenzo Cotugno alla presidenza del consiglio e nominare Carlo Veneziale in giunta, al posto di Scarabeo.
E anche qui la regia sembra scontata. La Fanelli non fa altro che interpretare il copione dettato da Frattura, che così mantiene i suoi impegni con Rialzati Molise, facendo eleggere il cognato di Patriciello alla presidenza del consiglio e contemporaneamente indebolisce ancora di più l’asse Ruta-Leva, nominando Veneziale al posto di Massimiliano Scarabeo.
Che dire ancora di più, due indizi formano una prova. Il Pd è chiaramente nelle mani di Frattura e Fanelli che fanno quello che vogliono e si impossessano ancora di più della cabina di comando. Intanto stewart e hostess si sprecano in questo strano Pd molisano, che ricorda tanto la dc di una volta, quando tutti andavano in soccorso del vincitore.
Ma la storia politica molisana insegna a mai dire mai. Non bisogna sottovalutare la reazione e la risposta che daranno Ruta, Leva e soprattutto Msasimiliano Scarabeo e Vincenzo Niro. Non si escludono colpi di scena e ribaltoni. La prima verifica in aula quando si voterà per il presidente del consiglio.