Giunta regionale, tutto come anticipato nell’ultima assemblea regionale del partito, a Isernia. Vince la linea Fanelli ed entra in giunta, in rappresentanza della provincia di Isernia, Carlo Veneziale, temporaneo sostituto di Scarabeo e attualmente fuori da Palazzo Moffa. A dispetto dei Bersaniani o Cuperliani che dir si voglia e anche a dispetto delle conclamate ristrettezze di bilancio. Da sottolineare, infatti, che Carlo Veneziale, assumendo le funzioni di assessore esterno, sarà un’altra spesa in più per le casse della nostra disastrata regione. Veneziale andrà alle Attività Produttive, in collegamento diretto con la sua esperienza da presidente della Finmolise. I mal di pancia non sono pochi e, paradossalmente, soprattutto a Isernia, tradizionale fortino dei Bersaniani che rimproverano a Veneziale il suo cambio di fronte. Ovvero l’ingresso in giunta in cambio di un sostanziale passaggio tra le fila dei principali nemici poltici di Danilo Leva, ovvero Fanelli & Frattura. Insomma, Veneziale come un cavallo di Troia nella roccaforte bersaniana?
Chissà, lo sapremo presto. È però chiaro che la strategia di Fanelli e Frattura è precisa: isolare i due parlamentari, Ruta e Leva, togliendo loro terreno sotto i piedi. Una strategia che paga in termini di poltrone, ma in termini elettorali, con il malcontento che c’è in Molise, potrebbe essere suicida, scavando la fossa a Frattura. E che si tratti di questo, lo si capisce anche dalle ultime esternazioni di Michele Petraroia, di Sinistra Dem, che criticando i due parlamentari, ha fatto capire che pure lui un pensierino alla poltrona, la quarta, lo fa e lo continua a fare. Infine Molise Democratico, che in sintonia con i due parlamentari, parla un linguaggio che sa di guerra interna, chiedendo l’immediato azzeramento della giunta. «Le dimissioni di Michele Petraroia confermano ciò che abbiamo sostenuto fino ad adesso e quanto ribadito all’ assemblea del 9 gennaio: la necessità di una crisi e di un azzeramento di giunta regionale e un cambiamento radicale nella conduzione del PD Molise – afferma Stefano Buono -Innanzitutto un soggetto politico che non dialoga al suo interno , convocando l’assemblea dopo quasi un anno e mezzo dall’ultima , ha oggettivamente fallito. Non bisogna avere timore di confrontarsi , anche scontrarsi , e dialogare se vogliamo restare nell’aggettivo del nostro partito: Democratico . Non possiamo riunirci a discutere di nomine , dopo che queste sono state fatte, o del nome di un assessore regionale. Lo spazio della discussione politica non può essere occupato dalla riflessione su “Chi“ dovrà ricoprire la Presidenza di FinMolise , ma occorre prima dialogare su quali sono le misure che vogliamo mettere in campo per incentivare gli investimenti. Abbiamo bisogno, insomma , di ragionare di prospettiva politica e non di nomine».